“L’economia circolare è uno dei punti cardine dell’accordo di Parigi perché attraverso l’economia circolare si compie quel connubio tra economia e ambiente che è indispensabile per poter portare avanti le politiche ambientali”, spiega il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti perchè oggi fare economia circolare conviene alle imprese e giova anche all’ambiente, vuol dire consumare meno materie prime, produrre meno rifiuti che sono un costo, anzi i rifiuti possono diventare una risorsa per le aziende che vogliono sfruttare questa ottica. Nell’industria 4.0, di cui oggi si parla con fervore, la competizione fra aziende crescerà irrimediabilmente, arrivando ad ottenere un’economia appetitosa a livello globale. “Nel giro di 100 anni il carbone sarà finito, ma risparmiare risorse non basta: deve servirci per guadagnare tempo e consentirci la transizione da un’economia lineare a un’economia circolare, che sganci la scarsità delle risorse dalle nostre prospettive di crescita, puntando su innovazione, formazione e nuove generazioni”, spiega Ellen MacArthur, nota per la fondazione che porta il suo nome e che rappresenta l’organizzazione più imponente dell’economia circolare. Si parla, per cui, di valore condiviso ossia della ricchezza generata sfruttando gli obiettivi dell’Agenda globale con un uso intelligente dell’energia, efficienza delle risorse a disposizione, innovazione e sviluppo del territorio.
