di Vincenzo Acampora
Da vari anni la Regione Campania non promuove più una politica per l’edilizia pubblica, in questo modo anche un altro importante ramo dello stato sociale si sta estinguendosi. Dove sono finiti tutti gli annunci ,espressi in più occasioni pubbliche, dal Presidente Caldoro e dall’ex Assessore Taglialatela? Quanti alloggi di Housing Sociale e di Edilizia Pubblica (Agevolata-Convenzionata e Sovvenzionata) sono stati realizzati negli ultimi anni nella Regione Campania e nella provincia di Napoli? Quanti piani di riqualificazione urbana sono stati programmati o avviati? Quante risorse finanziarie sono state impegnate ed assegnate ai Comuni e agli II.AA.CC.PP della Campania? Quanti cantieri sono stati aperti con le risorse finanziarie previste dalla Giunta Caldoro?
Su tali problematiche, oltre al “nulla” del governo Caldoro, vi è stata una contestuale assenza di una azione “politica”, anche da parte del Partito Democratico, delle forze di opposizioni e delle forze sindacali che non hanno contrastato e/o denunciato tale situazione di stallo ,che se governata adeguatamente poteva contribuire anche ad uno sviluppo socio-economico per la nostra comunità .
Ad esempio, basta sottolineare che, gli II.AA.CC.PP in Campania, da Dicembre 2010, sono stati “commissariati” dall’amministrazione ‘Caldoro’, la quale stenta a portate a compimento anche le stesse opere finanziate dalle precedenti amministrazioni regionali e dallo Stato, senza nessuna prospettiva di sviluppo, e lasciate all’abbandono senza alcuna programmazione per il futuro istituzionale e, per l’attività da essi svolta per contribuire allo sviluppo urbanistico e, per l’edilizia residenziale per le classi meno abbienti e per i lavoratori.
La Campania è l’unica regione che non ha provveduto alla riforma degli enti gestori dell’edilizia Residenziale Pubblica ,mentre tutte la altre regioni hanno provveduto a più riforme. La stessa proposta di nominare i Commissari per le 5 provincie non ha ottenuto il risultato di riformare gli enti gestori , che fine ha fatto la riforma? Perché si è bloccata? Si è proceduto solo alla solita logica di “spartizione “ partitica per la nomina dei commissari .
E’ necessario prevedere una riforma strutturale degli II.AA.CC.PP, che contestualmente alla definizione della nuova Città Metropolitana ,possa rappresentare un concreto strumento sia per le nuove politiche abitative che per definire un riassetto urbanistico dei territori ,in un’ ottica completamente diversa dal passato ,che superi le logiche localizzate, circoscritte e ragioni in termini intercomunali .
Oltre agli II.AA.CC.PP ,anche i Comuni (in primis il Comune di Napoli) stentano nel dare un’ ordinata e produttiva gestione al proprio patrimonio edilizio, basta considerare la “confusa” e “superficiale” vicenda della gestione da parte della partecipata pubblica “NAPOLI SERVIZI SpA”, finalizzata alla mera utilità di bilancio comunale, soltanto di “facciata”, ma senza alcuna sostanza reale.
Infatti ,si è passata da una gestione di tipo “privata” (Romeo SpA) ad una pubblica (Napoli Servizi) ,senza prevedere una programmazione ed investimenti finanziari adeguati per gestire un patrimonio pubblico di alloggi e di immobili ad uso diverso (suoli, locali ,ecc.) ,patrimonio che andrebbe valorizzato anche per contribuire al risanamento finanziario e per il bilancio finanziario del comune di Napoli .
Pertanto, si rende necessario, per una diversa politica abitativa e di riassetto urbano intercomunale, che il Partito Democratico e le forze del Centro Sinistra ,recuperando il “silenzio “ e/o la “timidezza” nei confronti della “nullità” espressa in questi anni dalla Giunta Caldoro, promuovano una svolta per il settore dell’edilizia per :
- rilanciare l’edilizia pubblica sociale e la riqualificazione urbana;
- incrementare le risorse finanziarie per il sostegno alla locazione per le famiglie in difficoltà economiche e per l’acquisto per la 1° casa;
- prevedere finanziamenti regionali per realizzare di infrastrutture e piani di recupero che diano nuova dignità urbana e sociale alle periferie ,utilizzando l’incremento delle volumetrie per la costruzione di nuovi alloggi pubblici;
- riformare e sostituire gli agonizzanti IACP con Agenzie Casa a dimensione Provinciale e/o di Città Metropolitana, incaricate per la gestione tecnica, amministrativa ed economico-finanziaria di tutto il patrimonio edilizio pubblico (ex IACP, demanio dello Stato, comunale, ed altri enti pubblici) con poteri di incidere anche nelle programmazioni urbanistiche dei comuni.