Quindi a Washington istigati da Trump,che non ammette la sconfitta,va in scena una reale minaccia alla democrazia che lo ha eletto. Il mondo intero assite ai rantoli di un governo,fazioso, corrotto,rozzo e morente. Più che deriva autoritaria, questo politico che non paga le tasse, che si vanta di trattare le donne in maniera ingobile,che è ignorante e ricattatore, mi fa pena! Sovranista,fascista e cazzaro verde! In sintesi. Prova di forza dei sostenitori del presidente, che ribadisce di non voler accettare la sconfitta («Non ci arrenderemo mai») e poi invita a fare solo atti pacifici. Ma il suo vice Mike Pence lo scarica. A Washington proclamato il coprifuoco da mezzanotte (ora italiana) per gli scontri tra i manifestanti e la polizia. Quattro morti, diversi feriti. Biden: “La democrazia è sotto attacco. Trump le permetta di fare il suo corso”. E lui, dopo le 22: “Elezioni rubate, ma andate a casa in pace”. Trump così ricatta le istituzioni, ma la sua ignoraznza e rozzezza, la sua imcomptenza sono destinate a fallire. Certo milioni di americani che lo hanno votato devono prendere le distanze dalle sue insinuazioni, così come hanno già fatto molti deputati e senatori repubblicaani. Qualche dubbio da dissipare.Da diverse ore, per esempio, si sta parlando del fatto che nelle prime fasi dell’attacco la leadership civile del dipartimento della Difesa statunitense, così come il presidente Trump, si sia rifiutata di aiutare la polizia di Washington per frenare le proteste violente (la notizia non è stata confermata e al momento non è certa). Sembra inoltre che l’intervento della Guardia nazionale in difesa del parlamento sia stato deciso dal vicepresidente Mike Pence, aggirando Trump, seguendo quindi un iter diverso dalla norma. Anche su questo punto, comunque, non ci sono ancora certezze definitive. Ma io non credo ad un tentato golpe. Però il mondo intero e gli Stati Uniti chiedono la verità. Sicuramente l’America ha degli anticorpi ai veleni del trumpismo. La democrazia americana, con tutti i suoi limiti, ha dimostrato di meritare il titolo di “più grande democrazia del mondo.”
