Secondo me sbagliano sia coloro che dicono che il PD è irrecuperabile sia coloro che pensano che sia un’associazione di dilettanti allo sbaraglio. Certo La Leopolda da sei anni rappresenta un’opportunità interessante di riflessione su cosa è stato o è il Renzismo, sulla semplificazione o rottamazione della politica, ma eccetto i toni “trionfalisitici” e qualche volto nuovo, quest’anno sono mancati sia le analisi sulle condizioni vere della crisi socio-economica dell’Italia, sia un programma di riforme sociali (i ceti disagiati non avvertono l’Italia come locomotiva d’Europa!), sia l’enfasi riformatrice di scelte politiche, elettorali e di metodo del PD (le Primarie) in cui la democrazia rappresentativa rappresenti un valore. Una cosa è poi annunciare, promuovere il desiderio, vivere sempre un’esibizione di retorica elettorale, anche con personaggi pittoreschi,e un’altra è mettere il carburante per far partire il treno Italia. Ci sono angosce ed inquietudini irrisolte delle persone dove la risposta non può essere ancora “l’eredità del passato” o la “rottamazione politica non è finita”. Renzi dovrebbe fare autocritica sul come alcuni suoi rappresentanti locali disorientano, annaspano, vivono l’afasia! Come manca sia a livello di segreteria politica nazionale del PD che di Governo una rappresentanza reale, non solo fisica, di rappresentanti ed argomenti del Mezzogiorno. Ciò che di certo è ancora da rimuovere è l’opacità e il significato di queste mancanze. E si tranquillizzi il Premier che su queste ed altre rappresentanze istituzionali nella realtà spesso si incontrano giovani che nascono vecchi ed anziani che restano giovani per tutta la vita. La pretesa di fare a meno di quest’ultimi è non solo illusoria, ma nociva. Ma su questa pretesa, purtroppo, Matteo Renzi non è solo nel PD.