CIAMBRIELLO:”25 APRILE, FARE MEMORIA. UN PAESE CHE NON HA MEMORIA E’ DESTINATO A NON AVERE FUTURO.”

Nell’epoca del distanziamento sociale ci può stare un virus ancora peggiore del Covid19: l’egoismo indifferente, che fa perdere la memoria. Un Paese che non ha memoria è destinato a non avere futuro. E il futuro ha radici antiche. Non festa della libertà, come un’illusione comoda. Ma festa della liberazione, come dono ricevuto ieri e da costruire ogni giorno 25 aprile. Il 25 aprile 2020 sarà una giornata di liberazione, forse la più grande dal dopoguerra. Quest’anno, a causa della emergenza sanitaria Covid-19, non si potranno riempire le piazze di canti e bandiere ma l’Italia potrà unirsi nella grande manifestazione virtuale 25 aprile 2020 #iorestolibera #iorestolibero.

La celebrazione dalla totale liberazione del territorio italiano dai nazifascisti il 25 aprile del 1946 è dichiarata festa nazionale. Qualcuno vorrebbe abolire la festa della liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione dei tedeschi. Polemica pretestuosa, datata e senza senso. Nel ventennio troppe voci tacevano, erano conniventi, silenziose, indifferenti, non erano sul fronte antifascista. Fin quando avrete nonni in vita, chiedete loro cosa è stato il 25 aprile: ve lo diranno meglio di qualsiasi libro di storia.

Per milioni di italiani la fine della guerra, la libertà ritrovata, si scontra con il dolore personale. Il 25 aprile del 1945 ha determinato un nuovo corso nella nostra storia.”Arrendersi o perire!”. La parola d’ordine intimata dai partigiani riecheggiò un po’ ovunque nel Nord Italia lungo tutta la giornata (e poi anche nei giorni successivi) del 25 aprile 1945. Alle 8 di quel mattino, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto da Luigi Longo, Emilio Sereni, Sandro Pertini e Leo Valiani – proclamò così l’insurrezione in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti.

Occorre non abbassare la guardia, riaffermare la democrazia, fare memoria. Essere contro le barbarie della dittatura,essere antifascisti è un elemento identitario, caratterizzante per la nostra democrazia e la nostra Costituzione.

Le stragi, i campi di sterminio, la mancanza di libertà sono sbocco di una ideologia che porta alla dittatura.I movimenti di liberazione portano con sé la ricerca di una nuova visione del bene comune, portano alla concretezza dei diritti, all’applicazione dei doveri. Democrazia e libertà vanno difese quotidianamente,sempre e in ogni parte del mondo.Fare memoria, nella scuola, nelle famiglie, nelle parrocchie,nei movimenti civici e politici.

Un Paese che non ha memoria è destinato a non avere futuro. Le dittature, come la camorra, le mafie,calpestano la democrazia e la dignità delle persone.Non sono un male incurabile.La parola legalità è inflazionata,richiamo la parola “responsabilità”, che è un valore,una virtù che vince la rassegnazione e l’indifferenza,la responsabilità evita derive populistiche e autoindulgenti.

Per l’Italia  ecco le parole chiare di Piero Calamandrei:” Era giunta l’ora di resistere,era giunta l’ora di essere uomini, di morire da uomini per vivere da uomini.”

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