Le parole nella politica italiana sono piume e indice di doppiezza farisaica. Le macerie del Colle seppelliscono Salvini ed una destra incosistente, ma anche una sinistra difettosa, piena di tribù e di tabù per le donne, un Conte che ha una legittimazione ad horas. Quirimane, ed è uno schiaffo ai partiti. I Sovranisti volevano il Colle, dare una spallata alla maggioranza che sostiene Draghi e quindi andare alle lezioni anticipate. Letta ha fatto un pò il tessitore,si è scusato con Berlusconi e dialogato con Renzi, se son rose fioriranno tra un anno. In tivù tanti giornalisti indicavano alla politica linee,strategie,nomi,a volte anche con punte saccenti e supponenza, senza credibilità.Sembrava di stare al circo!
Nel 2015 il presidente Mattarella aveva rivolto un appello lungimirante al suo insediamento:”Sarò arbitro. L’arbitro deve essere e sarà imparziale. I giocatori lo aiutino con la loro correttezza.” Sul campo affollato delle larghe intese e la paura delle elezioni anticipate i giocatori hanno cominciato a tirarsi gomitate. I dilettanti in parlamento e al Senato erano lì con un commiato di pietra. Una classe politica litigiosa ed inconcludente. Speriamo che questo falò porti ad uno sfrozo maggiore nell’individuare percorsi, profili politici e classe politica con radicamento territoriale e radicalità di scelte. Una nuova fase politica a partire dalla nuova legge elettorale. Basta con il Rosatellum, legge monstre!
Per il momento ci godiamo l’applauso e la standing ovation del Parlamento nei confronti di Sergio Mattarella, un lungo applauso liberatorio e pieno di autocritica. L’emergenza sanitaria, sociale ed economica,gli impegni internazionali chiedono una svolta. In primis non aspettare che in Ucraina Americani e patto atlantico affondino il piede nellla palude e ci rimangono impantanati.
Francamente nel naufragio della politica attuale, che non si misura solo dal risultato,ma dal modo sconfortante e dilettantisco in cui si è arrivati,non so chi si colloca tra i salvati,chi tra i sommersi e chi tra i vincitori.