Si calcola che ogni giorno, nel Mondo, 10mila persone muoiano, perché non sono in grado di accedere a cure mediche adeguate a causa della loro povertà o per le guerre dimenticate. Mentre l’invasione russa in Ucraina continua ad alimentare le vendite sulle principali borse mondiali, sono molti a chiedersi quali sono le strategie adottate dai turbocapitalisti in questo periodo, dai governi democratici e non.
E in Italia ?Non è un gioco, è la realtà. Se sommiamo le ricchezze dei sei milioni di italiani più poveri, la cifra che otteniamo non raggiunge il patrimonio posseduto dai tre miliardari più ricchi del paese. Insomma, solo tre persone concentrano nelle loro tasche più soldi di quanti ne ha il 10% della popolazione italiana. Indignarsi non basta più!Negli ultimi dieci anni, in Italia la disuguaglianza si è intensificata. I divari tra i ricchi e i poveri sono
aumentati e cresce il numero di persone in condizioni di povertà estrema. I gruppi a più basso reddito
non sembrano aver beneficiato della debole ripresa economica degli ultimi anni.
La pandemia sociale in Italia ha ora una fisionomia ben definita. La povertà non è stata ancora abolita, anzi. Dai rapporti della Caritas, dell’Istat ai rapporti di Eurostat verso gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, fotografano infatti lo scenario economico e sociale dell’attuale crisi da Covid19, lanciando l’allarme su “il tempo di una grave recessione economica” in arrivo e la nascita conseguente di nuove forme di povertà, proprio come avvenuto dopo la crisi del 2008. Si attendono risposte dalla politica nel difficile equilibrio tra salute ed economia. Povertà e diseguaglianze un binomio da brividi. occorrono subito provvedimenti concreti. Adesso occorre il tempo non da perdere, ma da spendere.I numeri di questi rapporti poi vanno letti e vanno interpretati: se non ci si fermasse ai tweet di qualche capopolo si potrebbe scoprire che il profondo senso di ingiustizia e di insicurezza che attanaglia il Paese sono il risultato di una disperazione sociale che inchioda milioni di italiani( giovani, donne e disoccupati) a un futuro ineluttabilmente sempre uguale a se stesso, senza occasioni, senza opportunità.
Pur avendo fatto dei progressi sull’istruzione e il lavoro, resta molto al di sotto della media europea. Il principale punto debole è la lotta alle disuguaglianze, peggiorata di 1,4 punti percentuali nell’arco degli ultimi cinque anni. Ad esempio, l’Italia è uno dei pochi Paesi in Ue dove la percentuale di persone a rischio povertà è salita (dal 28% al 30%) invece di scendere, come avvenuto alla media europea.Per quanto riguarda l’istruzione, l’Italia si trova 30 punti percentuali sotto la media Ue, con un progresso nel 2021 stimato in 0,3 punti percentuali rispetto al 2015. Questo perché resta comunque, assieme alla Romania, il Paese con il livello più basso di diplomati. È anche tra i Paesi con il minor tasso di alfabetizzazione informatica tra adulti (solo il 40% ha competenze di base, contro la media europea che sfiora il 60%).Tutti questi indicatori sono peggiori nell’Italia meridionale.Lo storico divario tra il Mezzogiorno e il Nord resta profondo e strutturale. Anche altre disuguaglianze geografiche sono importanti, tra le zone rurali e i piccoli comuni e i centri urbani. Le disuguaglianze territoriali procedono di pari passo con quelle ambientali, segnatamente nelle zone in cui i gruppi sociali più debolisono maggiormente esposti all’inquinamento agricolo eindustriale. Diverse sono le località interessate – le più note sono Taranto con l’inquinamento dell’acciaieria ex ILVA e la Terra dei Fuochi in Campania. I migranti e le minoranze,
quali i rom, sono oggetto di discriminazioni quotidiane.Tecnicamente l’ascensore sociale sarebbe rotto soltanto a Sud Italia, ma che Paese è un Paese diviso? Eppure è comune l’illusione del benessere, anche se per molte persone ricchezza, uguaglianza, istruzione e crescita sono ormai un miraggio.
Le troppe forme di lavoro precario, la povertà di chi lavora anche a causa del massiccio uso della cassa integrazione nel periodo del Covid 19(che riduce le buste paga) nel lavoro dipendente e delle chiusure per chi fa un lavoro indipendente. Sono dati allarmanti, una bomba sociale che chiede allla politica di “agire» di fronte alle disuguaglianze che aumentano. Che siamo al cospetto di un capitalismo finanziarizzato che depreda l’economia reale e gioca sino all’assassinio speculativo con la vita delle persone non è uno «slogan ideologico», è una realtà. Ideologico è non vedere la realtà.La guerra, da millenni, è tragedia immensa e grande affare politico ed economico, ma è sempre più chiaramente anche una cartina al tornasole per capire la reale qualità e le gerarchie di voleri e divalori.Nel mondo i 10 uomini più ricchi hanno visto la loro ricchezza aumentare di 540 miliardi di dollari dall’inizio della pandemia: si tratta di una somma che sarebbe più che sufficiente a pagare il vaccino per tutti gli abitanti del pianeta e ad assicurare che nessuno cada in povertà a causa del virus.