Vorrei ricordare che esattamente un anno fa l’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico ( OCSE) in un suo rapporto ricordava che l’Italia è tra i Paesi più avanzati ad avere la più alta soglia di “corruzione percepita”,fino al 90%,rispetto ad un tasso bassissimo di fiducia di poco superiore al 30% nel Governo in quanto istituzione.Il rapporto dell’agenzia parigina ci portava primi in Europa e al 69esimo posto nel mondo per corruzione percepita. Allora come oggi dicevamo che la burocrazia è la linea della corruzione dilagante.In un sistema con 40mila leggi e 80mila regolamenti viviamo nell’insicurezza e il diritto genera l’arbitrio,non la giustizia giusta e in tempi rapidi. Ma la politica è esente da questi trucchi e raggiri? La crisi dei corpi intermedi come partiti e sindacati fa sentire solo il cittadino. E qui entrano i gioco i mediatori,i facilitatori,nel loro turpe mestiere.Tra le tante cose da fare sicuramente serve una legge in meno,non una legge in più.
La lista delle cose da fare è lunga,qualsiasi scelta potrà apparire di parte o arbitraria.I corrotti e i corruttori non possono più,però, nascondersi.Sembra la corruzione il fattore riabilitante per il nostro Paese.Occorre liberare la politica dal linguaggio singolare:così fan tutti,serve per il consenso,è la logica del potere.La bussola dei diritti,della legalità,della responsabilità,dei doveri deve essere insita in ogni cittadino e in primis nell‘esercizio della funzione pubblica.Il problema è morale e politico,di classe dirigente,di radicalità di valori.I partiti e le aziende vengono usate spesso come taxi da chi è a caccia di potere e di soldi.E poi c’è la triste farsa di restare meravigliati,sconvolti dalle pubblicazioni dei giornali.A me garantista da sempre fanno più effetto i risvolti sociali e politici che quelli penali.