Investire in strade ferrate e in cultura per dare una spinta al Paese, al Sud soprattutto. Tante risorse per il Sud, non una programmazione ”vecchio stile”, disegnata a tavolino e calata dall’alto, ma nè l’anarchia del primo decennio del 2000, con le risorse consegnate alle regioni che le gestivano, o non gestivano, a loro piacimento.
Adesso una governance in cui Governo e Regione, o Governo e Città Metropolitana, assumono responsabilità precise. E’ la strategia messa in atto dal Governo che ha destinato 12,6 miliardi ad una ”cura del ferro” di dimensioni notevolissime e 500 milioni ai ”cantieri della cultura”.
Il periodo preso in considerazione dal piano di coesione e azione complementare è il 2014-2020. Per quanto riguarda il ferro si va dagli 8,9 miliardi destinati alla rete ferroviaria, ai 2,1 miliardi per le tratte regionali, più di 1 miliardo per le metropolitane, e 300 milioni per la sicurezza. Nell’ambito dei complessivi 12,6 miliardi di investimenti c’è anche 1 miliardo per l’acquisto di nuovi treni e autobus.
Gli investimenti dei 500 milioni in cultura andranno invece a finanziare, tra gli altri, 88 interventi concentrati nel Sud. Musei e archeologia, 138 milioni in Campania per i 32 interventi fra i siti nelle province di Napoli, Caserta e Salerno. Da Capodimonte a Palazzo Reale, dai Girolamini alla Reggia di Caserta, dall’Anfiteatro di Pozzuoli ai parchi archeologici di Cuma, Velia e Paestum. Dopo un decennio di tagli queste risorse dimostrano che per il Governo la cultura è la chiave per il rilancio economico dei territori e dell’intero mezzogiorno.
I fondi si aggiungono ai 2 miliardi e 700 milioni del ”Patto per la Campania’‘, sbloccati giorni fa dal CIPE. Nel ”Patto per il Sud” ci sono anche 300 milioni per l’area metropolitana di Napoli che però, continua, per colpa del Sindaco De Magistris a mancare all’appello.
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