di Maurizio De Giovanni
Io sono innamorato.
Sono innamorato di qualcosa di azzurro.
Un pezzo di mare all’improvviso, dietro una curva. Un angolo di cielo in mezzo a due palazzoni, in cima a un vicolo urlante. Un riflesso in una finestra che si apre di mattina presto, una voce che canta da qualche parte qualcosa di antico. Una radio che rimanda una canzone giovane, che sa di vecchio.
Sono innamorato dei rumori insostenibili, delle ragazze che ridono per strada senza una ragione, delle battute fulminanti che attraversano l’aria lasciando un inspiegabile sorriso sospeso nella mente. Sono innamorato di un pallone che rotola in discesa, e dei due ragazzini sudati che lo inseguono in mezzo alle macchine.
Sono innamorato del caffè, un ricordo della bocca, e della genovese che ti rimane sui vestiti per giorni come la memoria di una frammentaria felicità.
Sono innamorato di una squadra che assomiglia alla città, raramente vincente ma sempre dignitosa, povera e bellissima e forte e incostante come il battito di un cuore gigantesco. Sono innamorato di qualcosa di azzurro, che, c’è da giurarci, sventolerà all’improvviso davanti alle telecamere del mondo in un settore di quello stadio in cui non dovrebbe esserci nulla di azzurro.
Perché, sapete, qualcosa di azzurro lo trovate sempre, in ogni parte del mondo e in ogni momento della vita.
E’ meraviglioso essere innamorati dell’azzurro. Unico e meraviglioso.
Comunque vada, innamorato son.
MAURIZIO DE GIOVANNI