Altro che troppa austerità.Certo la spesa pubblica in momenti di stagnazione o recessione ha un effetto moltiplicatore del reddito,ma in Italia siamo attanagliati da un male domestico:gli sprechi della pubblica amministrazione.Una serie di decreti approvati tra il 2006 e il 2007 obbligano gli uffici pubblici, lo Stato e le società “in house” controllate al 100%, a non sprecare un centesimo quando comprano sette categorie di beni e servizi essenziali: elettricità, gas, carburanti, combustibili da riscaldamento, contratti di telefonia fissa, cellulare o per traffico dati.
Tutti devono servirsi della centrale nazionale degli acquisti Consip e delle centrali regionali. Ed invece no.
È venuta fuori una lista dei sospetti: enti locali, ministeri, aziende sanitarie, università che nel 2012 e nel 2013 hanno comprato elettricità, gas, benzina o telefonate da soli, disinteressandosi della legge e causando danni economici enormi. Nell’elenco figurano il comune di Roma, insieme a giunte del centro-nord come Perugia, Pesaro, Urbino, Verona, Udine, ma anche la Statale di Milano, l’università di Genova e Perugia, aziende sanitarie dalle procedure d’appalto singolari in Sardegna e Campania.
Quando finirà la ricreazione?C’è da chiedersi se questa lezione sia servita.
E’ desolante constatare che manager super pagati,dirigenti pubblici,la facciano da padroni ai danni del bene comune.Solo loro lo zoccolo duro della corruzione.
Quando boiardi di Stato, notabili, manager senza scrupoli, speculatori finanziari, politici corrotti saranno costretti non solo a cavarsela con meno risorse, ma a pagare di persona per gli sprechi?
Siamo in attesa di un pò di giustizia!