I VESCOVI NO TRIVELLE E LA CAMPAGNA PER IL SI

Digiuno e preghiere in piazza san Pietro contro le trivelle e per l’acqua pubblica. Sabato due aprile ottanta diocesi si ritroveranno sotto le finestre di Papa Francesco per attirare l’attenzione sul referendum del 17 aprile. Avanza a fari spenti un referendum,e il suo valore segreto,tra ideologie,potere,trivelle e poco dibattito nei partiti e sopratutto poca informazione per i cittadini. C’è una mobilitazione che cresce dal basso,nella Chiesa, che non s’impiccia,ma non vuole restare sorda e muta. E del resto non si può applaudire all’Enciclica Laudato sì,sulla terra come bene comune e poi far finta di nulla. Non si può continuare a trivellare per mare e per terra. ‘azione pastorale dei Vescovi comporta il bene della persona e quindi anche la difesa della vita e del territorio.Dopo la coraggiosa enciclica Laudato si questo impegno non può essere un optional. Certo la Chiesa è un corpo grande,ma le Chiese del Sud hanno messo in campo un segnale forte e preciso per  andare a votare e votare SI.

Sull’energia devono decidere Stato e Regioni,secondo la Costituzione.Ecco perchè il referendum è stato promosso da nove Regioni,sette a guida PD. per questo non capisco le bandiere dei partiti. E’ sempre un pretesto per regolare altri conti. Di certo il referendum è un torneo ad eliminazione diretta,anche tra un presidente del Consiglio non eletto e nove Governatori eletti dal popolo. Certo è legittimo ogni appello all’astensione,tanto più che i costituenti dettarono un quorum per la validità del referendum.

Tra digiuni,appelli e preghiere la campagna dei Vescovi “No Triv” può dare una scossa,è un segnale molto forte  di resistenza a pratiche che non contemplino il rispetto profondo della natura e delle vocaazioni economiche e culturali dei territori.

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