Abbiamo bisogno tutti di toni “sottovoce”. Dobbiamo sentirci cittadini di una democrazia perfettibile ma ben proporzionata. Nasce il Governo Gentiloni,cinque nuovi ministri,sei donne,un passaggio utile, doloroso, ma necessario per ripartire. L’Italia ha senza dubbio bisogno di andare a votare non appena le condizioni lo consentiranno. Io non credo che la bocciatura della riforma sia la premessa di un disastro inesorabile, così come non ho mai creduto a chi gridava che la sua conferma e applicazione sarebbero state a loro volta un sicuro disastro democratico. Credo invece che stiamo entrando in un tempo nuovo, di “ri-costruzione” o se si vuole di “riformazione”. Il post referendum procede rapido, tuttavia conviene valutare bene il voto referendario, ascoltare, capire e dare risposte significative.
Le ironie,i luoghi comuni i “twitter” su Gentiloni,i giudizi sprezzanti della nomenclatura sul Governo appena nato, le discussioni autoreferenziali nel PD, la richiesta di “discontinuità” della minoranza PD, sono irreali,mancno l’obiettivo e quello che è peggio fanno perdere a tutti credibilità. Certo Renzi ha sbagliato ad autoincensarsi,dato che in tal modo ha tolto valore ad un bilancio più oggettivo e credibile dei suoi tre anni a Palazzo Chigi. La tentazione populista ha colpito pure lui. Ma è innegabile che la sua uscita di scena può rilanciare il suo progetto politico. Certo una marcia non facile, nè breve. Deve tornare a girare per municipi e circoli,dando un segnale chiaro ed inequivocabile che al centro c’è un segretario a tempo pieno che inizia la campagna di ascolto e con l’autorevolezza e la grinta si gioca la partita decisiva. Ecco deve ricostruire dal basso,dagli uomini in carne ed ossa quella classe dirigente che dall’alto ha a volte imposto a volto sbagliato a scegliere. Deve altresì promuovere una classe parlamentare capace di tornare a rappresentare il Paese. Deve convincersi però che non può farcela da solo. No però ad una resa dei conti nel partito e ad una corsa verso le primarie.
Gentiloni,uomo sobrio e concreto,da extraparlamentare a Presidente del Consiglio deve guidare un esecutivo capace di non eludere le priorità in campo sociale,economico ed internazionale. La legge elettorale,da realizzare se possibile con un ampio concorso parlamentare,non è la drammatica urgenza del nostro Paese, è un impegno di tutti,un atto concreto da vivere nelle Aule Parlamentari.
. Ogni mutamento va accolto come un segno. Non bisogna “annacquare” i problemi reali del Paese.