Lotta alla povertà, la mossa del governo Gentiloni:reddito di inclusione per 660mila famiglie. Un contributo mensile (fino a 485 euro) per chi è sotto la soglia di povertà assoluta. Precedenza ai nuclei familiari con figli minori e ultra 55enni senza lavoro. Risorse per quasi 2 miliardi .Sarà perchè i poveri non possono scioperare ma prima che l’Italia si dotasse di un Reddito minimo di inclusione è passato un tempo incredibile per un Paese civile. Il Governo ha invertito la rotta. Il nuovo strumento funzionerà dal 2018,sarà un mix tra contributo economico e progetto sociale. L’assegno viene caricato dall’Inps sulla “Carte Rei” e per il 2018 va da 188 a 485 euro al mese. Un progetto personale per chi lo percepisce. Il soggetto o la famiglia in bisogno sono seguiti da operatori sociali del Comune che tramite una “valutazione multidemnsionale” fissano gli obiettivi. E poi li orientano nella ricerca di un posto,di una casa,di una scuola,di cure mediche.
Il Consiglio dei ministri ha approvato in via preliminare il decreto attuativo della legge delega di contrasto alla povertà. L’iter prevede ora il passaggio alle Camere per il parere e il via libera definitivo da parte del governo. Lo strumento del Reddito di inclusione (ReI) potrà così diventare esecutivo dal 1° gennaio 2018.
La legge delega è stata approvata in Senato (con 138 sì, 71 no, 21 astenuti) il 9 marzo scorso e prevede appunto il contrasto alla povertà e il riordino delle prestazioni sociali. Per la prima volta viene così previsto anche in Italia, ultimo Paese nell’Unione europea a dotarsene, uno strumento universale – il Rei, Reddito di inclusione appunto – di sostegno per chi si trova in condizione di povertà assoluta.
E’ una vittoria dell’impegno dell’Alleanza contro la povertà,una coalizione di 39 associazioni nata nel 2013 su proposta di Acli e Caritas e che ha saputo persino innovare il tema della rappresentanza.
E’ stata finalmente invertita la politica dei due tempi,ovvero pensare di intervenire contro la povertà solo a crescita avvenuta. Il governo governa. Ecco che i numeri della crescita economica sono graduali,ma andrebbero incoraggiati,non sono sufficienti a migliorare la realtà sociale,nessuno nega che prima di redistribuire bisogna far crescere la ricchezza.
Circa due miliardi all’anno a regime(cioè dal 2019 in poi). E’ chiaro che il Governo ha l’obbligo di fornire le coperture finanziarie hic et nunc,mentre chi avanza schemi alternativi al reddito di inclusione può anche permettersi qualche temporanea amnesia!Al Reddito di Inclusione Sociale si accederà attraverso una dichiarazione a fini ISEE “precompilata”. E’ un’importante innovazione di sistema, che caratterizzerà l’accesso a tutte le prestazioni sociali agevolate migliorando la fedeltà delle dichiarazioni da un lato e semplificando gli adempimenti per i cittadini dall’altro.
Tante novità per un provvedimento che vuole dare stabilità e sicurezza.