Un fenomeno fantasma ma che colpisce tanti italiani. E’ quello dei migranti sanitari ovvero di tutte quelle persone che decidono di spostarsi per ricevere cure sanitarie fuori dalla propria Regione. Ogni anno sono 750.000 i ricoveri extraregionali e oltre 600 mila i familiari che accompagnano i pazienti. E’ quanto emerge dal rapporto Censis “Migrare per curarsi”.
La diaspora dei malati dal Sud non si arresta e anzi si teme che la situazione stia peggiorando in Campania,Calabria Puglia e Sicilia. Chi si sposta,e questa non è una novità,va soprattutto in Lombardia,che più attrae specialmente per i malati di cancro. Circa 110mila persone sono arrivate dal Sud per essere ricoverate in Lombardia. Un quinto delle degenze,poi entrano anche in Emilia,Toscana e Veneto. Il giro di affari della mobilità sanitaria è di 1,3 miliardi di euro. Oltre il 20% dei ricoveri dei campani che lottano contro il tumore avvengono fuori Regione,il 12% in Puglia,in Calabria il40%. Insomma per l’oncologia i numeri dell’esodo sono impressionanti.
I viaggi della salute hanno ripercussioni economiche sul nucleo familiare dei cittadini. Prendiamo i pazienti oncologici, per le loro famiglie i costi da affrontare arrivano sino a 7.000 euro l’anno. Secondo lo studio del Censis, un adulto malato perde 10.000 euro l’anno. Il 20% del campione della ricerca ha dovuto lasciare il proprio posto di lavoro per sottoporsi alle cure, mentre il 2% viene addirittura licenziato. Per questo motivo il volontariato e l’associazionismo affiancano pubblico e privato nell’accoglienza e nel dare un tetto a chi non ha le possibilità economiche.
Provvedimenti,accordi,regolamenti e bacchettate dei Governatori non riescono a ridurre questi “viaggi della speranza.” Le persone si allontanano dal loro sistema sanitario regionale perchè non si fidano,lo ritengono inadeguato,prigioniero della burocrazia,crescono le liste di attesa e cala la qualità dei servizi. Tante volte ci si sposta,però,per prestazioni sanitarie banali o comunque svolte bene anche a pochi chilometri da casa. Non sorprende che alcune Regioni facciano molto affidamento ai privati,altre meno.Le Regioni che ricorrono maggiormente ai privati sono Lazio e Lombardia( esse esternalizzazno il loro 40% della spesa sanitaria). La Lombardia ogni anno arrotonda il suo fondo con ben 530 milioni di euro.
Tutte le Regioni meridionali,ad eccezione del Molise,hanno un saldo negativo della mobilità sanitaria.
Campania e Lazio sono state sempre le più indisciplinate e da sole” divorano” il 57% del debito sanitario complessivo. Dal 2001 al 2014 le Regioni del Centro-Nord hanno mediamente accumulato un disavanzo pro capite di 139 euro,a differenza delle regioni meridonali il cui disavanzo procapite è di 1235 euro! Quasi nove volte superiore al Nord. E qui da noi viene a farsi curare nessuno,a meno che non si sente male in vacanza.
Logico che chi ha sprecato di più adesso sia in grave disagio. Non solo fuga di cervelli dal Sud,ma anche malati con la valigia.