Oggi la persuasione politica,la narrazione politica non riguarda più soltanto un laeder che sostiene le sue posizioni politiche davanti ad un pubblico,per lo più televisivo o radiofonico,riguarda una cassa di risonanza potenzialmente globale.
Napoli:anche in questi giorni ci si concentra sulla parte trascurando il tutto che la contiene. Le buche, i trasporti, i burocrati, le periferie,i lavori perenni di via Marina il debito,il turismo,la camorra,….E poi cos’altro? Siamo a Napoli dove la politica non è più leggibile per punti cardinali . Qui dove De Magistris si è fatto incoronare re di Napoli e vuole combattere i poteri forti e corporativi,recuperare l’anima partenopea ed essere laboratorio nazionale,forse da qualche settimana regionale! Qui dove la sua maggioranza fa flop in aula dopo l’ennesimo rimpasto in giunta.
L’irruzione delle forze antisistema nel campo vuoto della politica è sicuramente una sirena d’allarme per i partiti. I primi partiti in città,alle ultime amministrative sono liste civiche. L’astensionimo in città,però,è una campana a morto per tutti.Come si stanno attrezando i vecchi e i nuovi partiti?
Nel disincanto di otto napoletani su dieci, De Magistris,ad un anno dalla sue rielezione, incita il suo popolo e rivolto a Roma, con tono incattivito proclama insinuazioni e disinformazioni nelle quali tutto è difficile da attribuire e da verificare. Insomma De Magistris vuole dare dignità nazionale ad una vittoria destinata altrimenti a restare confinata nel campo del folklore. Parla al cuore e ai sentimenti di tanti giovani,inaugura,presenzia,esce in tv quotidianamente.. Il voto napoletano testimonia però che c’è un vuoto di appartenenza. Il sindaco vuole rendere collettiva una storia che ha ancora troppi caratteri personali. L’idioma delle appartenenze, l’antirenzismo, l’insofferenza delle regole portano con un pò di populismo alla vittoria e poi? Certamente nei municipi rottamati è nata la terza repubblica. Il suo movimento Dema è molto circoscritto. Qualche domanda.
Ma come ha parlato e rappresentato i napoletani che non si sentono “napoletanos?”
E per questi quando finirà il tempo del silenzio, della delega e della rassegnazione?
E quali saranno i luoghi per riconnettere il governo e la città?
Quando inizierà il dialogo vero e serrato per costruire risposte concrete ai bisogni concreti dei napoletani?
Adesso i napoletani congelati,stanchi,spaventati e incattiviti aspettano risposte,non la guerra dei due mondi! Quando la marea cambierà completamente direzione?