Il compito importante,prioritario,di una forza politica come il Pd che rivendica la continuità con la sinistra e i valori del cattolicesimo democratico e progressita è quello di non voltare le spalle alle nuove generazioni. La politica non è mai una rivincita sugli elettori, è convincerli, recuperarli con una proposta migliore e più convincente. Un PD rissoso,dove si intravedono tregue armate,un partito sfarinato in tante componenti, mandarini ed aspiranti mandarini, deve avere il coraggio dell’umiltà, il dono dell’ascolto, deve battere il territorio,ricostruendo dal basso,dal partito quella classe dirigente che dall’alto degli esecutivi, dei Governi ai vari livelli, non è stato possibile formare. Bisogna discutere di tutto,rimettere al centro del dibattito riflessioni sulla composizione sociale del nostro Paese.Concentrare l’attenzione di chi ha votato, non di chi ha cavalcato il Si o il No.E’ importante cambiare le regole,allo stesso tempo rispettare le regole che ci sono.
Adesso il PD vive da separati in casa è un impasto di capicorrente e rancori, trame e cavilli giuridici. Il clima di sospetto cresce. Altro che ditta, c’è da chiedersi a chi appartiene la casa,perchè non si è più comunità,non si rispettono le regole dello stare insieme,anzi non si rispettano le regole.E’ arrivata la mucca nell’atrio del partito!Troppa autoreferenzialità, doppia morale, obiezione di coscienza quotidiana! Troppi urlatori in TV che non sanno rapprese3ntare i bisogni reali del Paese e il silenzio degli angosciati. Servono le idee,non le tessere,un progetto politico da rilanciare. Una marcia non facile, nè breve.Occorre cambiare passo con parole nuove e fatti concreti.Secondo me sbagliano sia coloro che dicono che il PD è irrecuperabile sia coloro che pensano che sia un’associazione di dilettanti allo sbaraglio. Certo Quest’anno sono mancati sia le analisi sulle condizioni vere della crisi socio-economica dell’Italia, sia un programma di riforme sociali (i ceti disagiati non avvertono l’Italia come locomotiva d’Europa!), sia l’enfasi riformatrice di scelte politiche, elettorali e di metodo del PD (le Primarie) in cui la democrazia rappresentativa rappresenti un valore. Sono mancate le discussioni vere e proficue sulle batoste delle amministrative del 2015 e del 2016. Una discussione vera e serrata sul doporeferendum. Una cosa è poi annunciare, promuovere il desiderio, vivere sempre un’esibizione di retorica elettorale, anche con personaggi pittoreschi, e un’altra è mettere il carburante per far partire il treno Italia. Ci sono angosce ed inquietudini irrisolte delle persone dove la risposta non può essere ancora “l’eredità del passato” o la “rottamazione politica non è finita”. Renzi dovrebbe fare autocritica sul come alcuni suoi rappresentanti locali disorientano, annaspano, vivono l’afasia! Come manca sia a livello di segreteria politica nazionale del PD che di Governo una rappresentanza reale, non solo fisica, di rappresentanti ed argomenti del Mezzogiorno. Ciò che di certo è ancora da rimuovere è l’opacità e il significato di queste mancanze. Certo ci sono cattivi maestri ancora in giro,riformatori falliti e rappresentanti istituzionali che stanno portando il partito in bilico e gli iscritti in un lento abbandono. E si tranquillizzi Matteo Renzi che su queste ed altre rappresentanze istituzionali nella realtà spesso si incontrano giovani che nascono vecchi ed anziani che restano giovani per tutta la vita. La pretesa di fare a meno di quest’ultimi è non solo illusoria, ma nociva. Ma su questa pretesa, purtroppo, Matteo Renzi non è solo nel PD.