La condivisione della bellezza non è compito facile, richiede non contemplazioni astratte, ma azioni e contenuti definiti. La bellezza nel nuovo libro di don Franco Esposito, cappellano del carcere a Poggioreale è un volto della sua esperienza, il passato di miracolo eucaristico ed un presente dei diversamente liberi, che per lui non sono “altri da sè”. Il libro:”LUCI VERSO UNA NUOVA GIUSTIZIA”, fuori dai gorghi dell’odio e del populismo, porta con le testimonianze dell’amore ad un destino comune. In fondo il credente sa che vivere l’Eucaristia significa vivere la santità di un ponte tra diverse realtà, come la vita divina e quella umana. Ma il testimone di Cristo sa essere un riflesso del trascendente nella storia, sa intessere legami con i crocifissi di oggi, Porta la speranza in una umanità dolente, che spesso subisce ingiustizie e diseguaglianze. Il credente sa che la sua vita non è una carriera, alla maniera di questo mondo, ma un servizio alla maniera di Cristo, che ha ribadito che è venuto per servire e non per essere servito..
i brani del vangelo, presenti nel libro, hanno una password semplice e coerente, non archiviano l’indecente pretesa di clandestinizzare i poveri e gli indifesi. Don Elvio Damoli e don Tullio Mengon,citati nel libro, miei maestri, ci aiutano a comprendere che non solo le persone recluse meritano l’ordinaria e straordinaria attenzione della Chiesa, una mano tesa verso tutti e orecchio fraterno del Signore, ma l’efficace azione accogliente del dettato costituzionale. Del “visitare i carcerati”, come opera di misericordia se ne parla nelle parrocchie e tra i credenti, se ne parla, ma la parola Parlarne è eccessiva, efficace e spesso inconcludente..
L’autore cerca di toccare la coscienza personale e l’opinione pubblica sul tema del carcere, sulla legge del taglione, sull’amare i nemici, e parla il linguaggio cristiano della giustizia riparativa, che può diventare a breve legge o decreto nazionale.
Don Franco Esposito si schiera con questo libro, fa crescere una città inclusiva, ci fa capire che anche i luoghi parlano, dal carcere si ha voglia di normalità, di andare oltre le mura dell’indifferenza, che spesso è un proiettile silenzioso che uccide lentamente.. Don Franco ci dice, dolcemente, che la giustizia deve sempre esprimere un volto umano, la pena non deve essere mai contraria al senso di umanità. Don Franco, vuole una cura che salvi assassino e città, una giustizia riparativa profetica ed efficace. Un seme che vincerà il silenzio, una luce verso una nuova giustizia. La prefazione al libro è di don Mimmo Battaglia, vescovo di Napoli.