REFERENDUM:UN SI AL CAMBIAMENTO CHE NON E’ INIZIATO E NON FINIRA’ CON RENZI.

Un fantasma si aggira sulle pagine dei quotidiani e nel dibattito politico:il fantasma del dopo 4 dicembre. Se vince il No, si dice, ci sarà un governo breve, solo per riscrivere la legge elettorale: Grasso, Boldrini, Padoan, Delrio? E quindi il Governo più giovane della storia della repubblica andrebbe a casa. Abbattere o indebolire Renzi vuol dire minare l’argine di sfiducia nelle pubbliche Istituzioni, far avanzare l’antipolitica, creare un vuoto che non sarà certo la sinistra massimalista o quella del PD a colmare. Quindi a chi giova? Anche con la discesa in campo di Romano Prodi, aumentano i referendari per il SI, nonostante Renzi,con la riforma costituzionale,una navicella in orbita sull’Italia che cambia.

Questa riforma non produrrà effetti taumaturgici nè alcuna palingenesi, non porrà alcun uomo solo al comando,ma renderà possibili istituzioni politiche un pò più reattive ed efficienti, governi più stabili. Si è di fronte ad una incisiva modificazione che punta ad adeguare ed ammodernare la sola seconda parte della Costituzione per renderla più funzionale. Il ridimensionamento dei costi della politica,la più saggia e realistica distribuzione di competenze tra Stato e Regioni,altre concrete scelte..Vengono introdotti degli “aggiornamenti” e viene cambiata la riforma del titolo V della Costituzione del 2001,non dei padri costituenti!

Ed allora i tatticismi, le scelte congressuali, la spallata per far cadere Renzi sono mezze misure che non c’entrano con il Referendum Costituzionale; è solo teatro,purtroppo tragico e comico!

Ed allora un SI anche per evitare governi tecnici,dilettanti della politica,tecnici e burocrati,che forti della loro specializzazione professionale,o di casta,rischiano di non avere obiettivi e fini del popolo.

Comunque vada si porrà certamente il problema di ricucire,sarà necessario ridurre la frattura creatasi in Italia. Abbiamo un Paese sovraesposto. La sola cosa ragionevole,purtroppo non per i riformatori falliti e i populisti incazzati,è che ognuno di noi si deve caricare sulle spalle la propria dose di torto o ragione.

Peccato per alcuni del PD non coerenti con la loro stagione riformatrice nè con il loro partito d’origine.

In questa campagna referendaria infinita la mia convinzione a favore del SI è cresciuta ogni giorno di più,anche grazie alle bufale,ai rancori e agli sgambetti,ai falsi problemi che sviavano dal Referendum.

Un Si al cambiamento che non è iniziato e non finirà con Renzi.

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