La vita dell’Europa è fatta di trattative,mercanteggiamenti,controversie,regole con punti e virgole,condizionamenti di poteri forti.Di solito restano sotto traccia.Matteo Renzi ha portato stavolta tutto alla luce.E non è una ventata nazionalista nel conflitto tra l’Italia e l’Europa.”Si deve finalmente far capire che è finito il tempo in cui qualcuno immagina di telecomandarci da fuori”,secco e perentorio dalla monumentale Reggia di Caserta il nostro premier.Una Commissione europea che non è mai stata così debole ed incapce di agire di fronte alla crisi dei migranti.E così a Caserta l’Inno alla Gioia,inno dell’Europa,accanto all’inno di Mameli,eseguito dal coro delle voci bianche del teatro san Carlo di Napoli,sono la risposta italiana all’Europa che non è mai stata così in difficoltà.Che fine ha fatto il piano Juncker?
Così la risposta di Renzi alle dure critiche che Jean-Claude Junker presidente della Commissione europea gli ha rivolto nei giorni scorsi.Le note di Beethoven per scuotere l’Europa sulle sue colpe,sui suoi ritardi sulle “sue accozzaglia di regole” per puntare su “identità,cultura e idealità.”
In una Europa dove si registra una indifferenza o addirittura un disprezzo per la politica,questo tono,quasi da comizio elettorale è stato salutare.
Ha fatto bene il Premier,il nostro Paese in Europa è assediato da qualche ingiustiza e da molti pericoli.
E non c’è solo ,la flessibilità nello scontro con L’Europa,ma anche le banche,l’Imu,la siderurgia,l’emergenza migranti.
E’ l’Europa che se ne deve rendere conto,guardare alle sue colpe e scuotersi.Renzi non ha scherzato con il fuoco e la sua uscita non interessa solo il Governo,interessa tutte le forze politiche,perchè interessa il nostro Paese.