Festa delle donne, giornate come questa, servono a ricordare come i cambiamenti sono lenti, i tanti gap che resistono tra i due sessi, le discriminazioni, il non rispetto, le violenze. Insomma il fantasma della parità.
L’8 marzo non è , però, neanche la festa delle mamme, il rischio è che diventi il suo opposto. Nell’agenda dei diritti,superando gli ostacoli di carattere economico,organizzazione del lavoro penalizzante, la prospettiva culturale dominante,dovremmo inserire anche questo:famiglia e maternità. Non è un discorso a senso unico vale anche per gli uomini.
Un otto marzo oltre le paure,c’è un universo femminile che cambia il mondo. Donne cuore delle periferie esistenziali, instancabili, sempre in prima linea. Ed io lo vedo,lo tocco con mano. Con la loro forza instancabile,coerente,continuativa quelle periferie le cambiano,le rinnovano,le purificano,le rianimano.
Ecco,c’è un otto marzo che va festeggiato per tutto quello che l’universo femminile fa per il Paese, non per quello che di meno, in termini di diritti e lavoro riceve dal Paese.
Sperimento in prima persona il coraggio,la determinazione e l’impegno come caratteristiche comuni di chi ha fatto dell’attenzione verso il prossimo,gli ultimi e i diseredati una ragione di vita. Anche del proprio impegno professionale.
Tanti loro gesti si traducono in speranza,nei diversi contesti sociali.
La donna è per portare armonia ha detto papa Francesco qualche settimana fa.
Così ancora papa Francesco:” Senza la donna non c’è armonia. Uomo e donna non sono uguali,non sono uno superiore all’altro:no. Soltanto che l’uomo non porta armonia:è lei. E’ lei che porta quell’armonia che ci insegna ad accarezzare, ad amare con tenerezza e che fa del mondo una cosa bella.”