Spagna, il socialista Pedro Sánchez, presidente del governo in carica dopo lo scrutinio ha ottenuto la vittoria. Nonostante le urne abbino dato ragione a Sánchez, lo stesso non riuscirà a ottenere la maggioranza assoluta senza prima avviare colloqui con i vari gruppi politici, compito questo non di certo di facile riuscita in quanto si presentano molto difficili le negoziazioni. Gli elettori, con la loro espressione di voto hanno sancito un risultato del tutto in certo, mostrando un panorama politico ancora più frammentato rispetto alle scorse elezioni del passato 28 aprile. Le maggiori novità, rispetto alle scorse consultazioni, sono il forte aumento dell’estrema destra di Vox che diventa il terzo partito con 52 deputati, e la perdita di almeno 10 parlamentari per i liberali di Ciudadanos. Il congresso spagnolo appena emerso conterà 350 deputati provenienti da 19 partiti diversi. Il Partito socialista (PSOE) di Sánchez ha ottenuto la maggioranza semplice con 120 seggi, segnando un leggero calo rispetto agli scorsi risultati. Al Partito popolare (Pp) di Pablo Casado va il secondo posto, che con 87 seggi ha recuperato quasi venti dei parlamentari persi nelle scorse elezioni. Il blocco di sinistra (PSOE, UNIDAS PODEMOS e MÁS PAÍS) avranno un margine di maggioranza sul blocco di destra (PP, VOX e Ciudadanos) pari a soli sette seggi. Avuta la conferma dei dati ufficiali, e con loro l’impasse spagnola, la notizia elettorale come novità del voto è la rapida crescita dell’estrema destra. Vox, ha ottenuto i primi seggi in congresso solo sette mesi fa. Il partito non solo ha confermato le stime dei sondaggi d’opinione più generosi, ma le ha superate, ottenendo il 15 per cento dei voti. Diventando di fatto il terzo partito, superando Ciudadanos e ottenendo oltre il doppio dei seggi, da 24 a 52. Ciudadanos, che ha perso quasi il 7 per cento in 7 mesi, è sceso fino al sesto posto. Potrebbe tuttavia avere un ruolo importante nelle negoziazioni del Psoe, secondo quanto si evince dai dati de «El País», per appoggiare un’eventuale maggioranza di Sánchez al congresso. Il presidente del governo, appena dopo l’annuncio dei risultati ha dichiarato «In un modo o nell’altro, ora formeremo un governo progressista», Non è ancora chiaro a quali partiti potrebbe avvicinarsi Sánchez, come si potrebbe raggiungere un eventuale accordo e se questo sarebbe in vista di un governo di minoranza, a cui il Psoe ha sempre auspicato, o un governo di coalizione. Oltre a Ciudadanos, i risultati de «El País» citano partiti regionali e indipendentisti fra i più probabili a supportare una possibile maggioranza guidata dal Psoe. Fra le varie combinazioni possibili, sarebbe sempre necessario il supporto di Unidas Podemos (Up) e di Más País. Le discordie che avevano in precedenza impedito a Sánchez e al leader di Up, Pablo Iglesias, di formare un governo suggeriscono che l’attuale presidente del governo potrebbe vedersi costretto a una soluzione di coalizione. Sánchez, ha esortato gli altri partiti ad agire «con responsabilità e con generosità per sbloccare la situazione politica in Spagna». Anche se si è davanti ad una delle «più grande impresa politica» dell’ascesa di Vox, una coalizione di destra sembrerebbe molto difficile da raggiungere. Dopo tanti sforzi politici ancora una volta il Paese si trova in un condizione di equilibrio difficile per il buon governo. I prossimi giorni saranno determinanti per le sorte di questa nuova compagine politica spagnola.
A cura di Raffaele Fattopace