Era solo questione di tempo, ma si sapeva che presto la Scienza sarebbe arrivata anche a questo. Un gruppo di ricercatori cinesi dell’Università Sun Yat-sen di Guangzhou sono riusciti a modificare geneticamente il Dna di alcuni embrioni umani per la prima volta nella storia. L’intento era quello di correggere la mutazione di un gene che provoca la beta-talassemia, una specie rara di anemia mediterranea. La ricerca, che ha creato scompiglio nella comunità scientifica, è stata pubblicata l’11 aprile dalla rivista “Protein and Cell” e rilanciata (ma non pubblicata per motivi etici) da “Science e Nature”.
I ricercatori avrebbero condotto i loro test in segreto, e secondo alcune fonti anonime interrogate dal team di Nature, in Cina sarebbero almeno quattro i laboratori impegnati in esperimenti simili. Ma non si può affermare che lo studio sia stato realizzato in maniera compiuta. Si tratta infatti di un esperimento riuscito solo a metà. Gli scienziati hanno usato una tecnica scoperta di recente, chiamata CRISPR/Cas9, che permette di modificare e correggere i geni singolarmente attraverso l’azione di un enzima. Nello studio sono stati utilizzati 86 embrioni ‘di scarto’ cioè non impiantabili, ottenuti da un centro per la fertilità, e sui 71 embrioni sopravvissuti alla procedura solo in una piccola percentuale (30%) e’ stata ottenuta la modifica voluta. “E’ una tecnica ancora molto imprecisa e quindi non applicabile al momento su cellule umane”, ha precisato lo scienziato di fama internazionale Carlo Alberto Redi. “Se si vuole utilizzare questa tecnica sugli embrioni – hanno detto i ricercatori – la percentuale di successo deve essere vicina al 100% . Per questo ci siamo fermati, e pensiamo che sia ancora troppo presto per arrivare a conclusioni affrettate“.
I ricercatori hanno inoltre registrato effetti collaterali da non sottovalutare: pur riuscendo a riparare i geni selezionati, altri subivano mutazioni non previste e incontrollate. Di conseguenza la tecnica, nel tentativo di curare i disturbi genetici, potrebbe crearne di nuovi. Esistono opzioni in grado di rendere più preciso il processo e, attualmente, è a queste che sta lavorando il team cinese. L’enzima e i plasmidi utilizzati nell’esperimento sono facilmente reperibili e ciò ha fatto nascere il timore che altri possano replicare il processo. I mutamenti nel patrimonio genetico potrebbero avere conseguenze terribili, trasmettendosi a tutti i successori dei soggetti utilizzati come cavie.
Diverse ricerche scientifiche hanno rifiutato di pubblicare la ricerca del team cinese perché oltrepassa un limite etico da molti sentito come fondamentale.”Siamo esseri umani, non topi da laboratorio – ha commentato in un’intervista rilasciata a Nature, Edward Lanphier, il presidente dell’Alliance for Regenerative Medicine statunitense -. Siamo convinti che ci sia un problema etico fondamentale nell’oltrepassare il limite modificando i geni umani“.
Duro è stato lo”scontro” tra indignati e promotori. Un altro critico dell’esperimento, il biologo britannico Edward Lanphier, ha sostenuto che “dobbiamo fare una pausa in queste ricerche e assicurarci che ci sia un’ampia discussione sulla direzione nella quale stiamo andando“. Chen Guoqiang, professore di biologia all’ Universita’ Tsinghua di Pechino, ritiene invece che “se si ascoltano queste affermazioni, allora bisogna bloccare tutte le ricerche sugli embrioni”. Opinione sostenuta anche dallo scienziato Zhao Shimin dell’Università Fudan di Shanghai, secondo il quale “la modificazione del Dna umano è inevitabile. La tecnologia è stata usata su piante e animali e il prossimo passo riguarderà gli esseri umani“.