Era il 12 marzo quando l’account Twitter del Festival di Cannes pubblicava l’immagine di un magazziniere intento a raccogliere tutti i dvd, i dcp e i blu-ray arrivati da tutto il mondo per partecipare alla manifestazione. Mentre un po’ ovunque eventi come gli Europei di calcio, il Coachella e l’Eurovision Song Contest venivano annullati, dalla Croisette facevano sapere che una decisione definitiva l’avrebbero presa solo a metà aprile. Il rapido evolversi degli eventi ha, però, costretto il direttore Thierry Frémaux a ufficializzare l’inevitabile: il Festival di Cannes non andrà in scena dal 12 al 21 maggio così come era stato stabilito.
Lo ribadisce una nota diffusa a mezzo stampa: «In questo momento di crisi globale i nostri pensieri vanno alle vittime del Covid ed esprimiamo solidarietà a quelli che stanno combattendo con la malattia. Oggi abbiamo preso la decisione: il Festival di Cannes non si svolgerà nelle date previste». Non si parla, tuttavia, di un annullamento vero e proprio, ma piuttosto di una ricollocazione: «Molte opzioni sono state prese in considerazione per cercare di preservare questa edizione tra cui quella di spostarlo a fine giugno, inizio luglio», si vocifera. Resta che il Marché du Festival prenderà una decisione «in accordo con il governo francese e il municipio di Cannes».
Da quando il Festival è nato, ovvero nel 1946, è la seconda volta nella storia che Cannes viene annullato. La prima fu nel 1968, quando diversi registi della Nouvelle Vague, tra cui François Truffaut e Jean-Luc Godard, si unirono alle manifestazioni studentesche e il Festival quell’anno non si tenne. È logico, tuttavia, pensare anche alla Mostra del Cinema di Venezia in programma dal 2 al 12 settembre: date talmente lontane che, almeno per il momento, sembrano mettere a riparo il Lido da un provvedimento di questa portata. «Noi lavoriamo alla selezione come un’annata normale, per quanto consapevoli di quello che ci accade. Da qui a settembre immaginiamo non solo per noi Festival, ma per il cinema e il mondo che il virus sia regredito» dice all’Ansa il direttore Alberto Barbera. Intanto, tornando al discorso Cannes, Deadline parla di un mercato alterativo da parte dei produttori che potrebbe dirottare sulle piattaforme online.