Secondo alcune ricerche, nel 2019 i fondi per il progetto Erasmus+ destinati all’Italia per l’ambito Vet (Vocational Education and Training: istruzione e formazione professionale) sono aumentati del 20% rispetto al 2018, salendo a 54 milioni di euro. Lo rivela L’Inapp, l’Istituto nazionale per la l’analisi delle politiche pubbliche. Il programma Erasmus, acronimo di European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, è un programma di mobilità studentesca dell’Unione europea, creato nel 1987. Esso dà la possibilità a uno studente universitario europeo di effettuare in una università straniera un periodo di studio legalmente riconosciuto dalla propria università. Il nome del programma deriva dall’umanista e teologo olandese Erasmo da Rotterdam (1466/69-1536), che viaggiò diversi anni in tutta Europa per comprenderne le differenti culture.
“Oltre il 90% delle risorse aggiuntive sarà destinato alla promozione di esperienze di mobilità in Europa – ha spiegato il presidente dell’Inapp Stefano Sacchi – un aspetto fondamentale del nostro status di cittadini dell’Unione Europea“. I progetti ammessi a finanziamento nel 2019 sono stati 168. 128 sono quelli di mobilità, utili a favorire esperienze professionalizzanti sul territorio dell’Unione Europea di studenti, apprendisti, docenti e operatori della formazione professionale; 40 progetti invece riguardano i paternariati strategici, che hanno l’obiettivo di supportare il miglioramento della qualità dell’offerta di istruzione e formazione dei differenti Paesi partecipanti al programma.
Dal 2014, il programma ha assunto il nome di Erasmus+ per l’istruzione, la formazione, la gioventù e lo sport. Così che, rivolgendosi non più solo agli universitari ma a tutti gli studenti tra i 13 e i 30 anni. Analizzando le categorie di partecipanti ai progetti di mobilità approvati, si riscontra un maggiore coinvolgimento dei soggetti con disabilità, il 27,6% in più rispetto al 2018. Aumentano del 260% invece le persone con minori opportunità economico-sociali coinvolte, che passano dalle 476 dell’anno precedente a 1735 nel 2019. Osservando invece la risposta territoriale al bando, si nota come il numero delle iniziative approvate sia aumentato in tutte e tre le macro-aree territoriali del nostro Paese. I progetti accettati al Sud e nelle Isole sono il 27,8% in più rispetto al 2018, nonostante una riduzione del numero complessivo di candidature. “Questi progetti offriranno a giovani del Mezzogiorno e isole maggiori opportunità formative e professionalizzanti presso imprese o centri di formazione nell’Unione Europea, per poi tornare a iniettare nuova linfa e portare nuove competenze nel loro territorio di origine, contribuendo al suo sviluppo”, ha spiegato Sacchi. Il Nord Italia invece, nonostante un incremento inferiore delle iniziative approvate in confronto alle altre aree, detiene, come nel 2018, il numero più alto di progetti finanziati: 69 contro i 53 del Centro e i 46 di Sud e Isole.