di Giuseppepio Consorti –
Caro Studente,
hai mai pensato di poter cambiare le cose? Di poter vivere una scuola ed un’Università che davvero riescono a darti delle risposte? Cosa cambieresti, ma soprattutto, come agiresti?
Io personalmente mi dissocio dal pensiero della contestazione contro il Ministro Giannini e le Istituzioni da parte dei gruppi “Collettivi” degli studenti e dall’associazione dei docenti precari che con striscioni e cori hanno fatto il loro ingresso nel Chiostro di S. Chiara, sede dell’evento della festa provinciale dei Giovani Democratici di Napoli, dove era in corso un’iniziativa che vedeva protagonisti la responsabile Università dei GD Napoli Francesca Esposito, il neo-eletto Rettore dell’Università Federico II Gaetano Manfredi, il consigliere della regione Campania on. Angela Cortese, l’assessore alle politiche giovanili del Comune di Napoli Alessandra Clemente e il rappresentante degli studenti del CDA Unisannio Gennaro Zollo.
Rappresentati da un ragazzo di un Istituto Superiore e da una docente hanno dato il loro sterile contributo, non nei contenuti, molti dei quali pienamente condivisi da GD e PD (Invalsi e tagli al F.I.S. su tutti) ma nel modo di voler cambiare le cose.
Ho ritenuto opportuno prendere la parola: “Il riconoscimento di essere rappresentanza di una collettività passa per la capacità di stare sui temi, non per la mera contestazione senza proporre alternativa. E allora dobbiamo essere noi quest’alternativa, lo status di “giovane” non necessariamente include la competenza, quindi dimostriamo attraverso la proposta politica che non siamo solo giovani, ma che siamo capaci.”
Vogliamo quindi che il MIUR e le Università ci garantiscano quel “diritto allo studio” di cui tutti parlano, vogliamo un’Università che formi figure professionali degne di questo nome, meno nozionistica e che sappia valutare le competenze, perché è innegabile che di pari passo alla crisi del lavoro stia avanzando un decadimento delle capacità intellettuali e tecniche dei laureati.
Perché la rivoluzione sia politica, sia quella delle idee e delle proposte non quella delle urla e dei cori, solo così riusciremo a cambiare le cose. Essere giovani non è una giustificazione, ma una responsabilità! Concludo citando la risposta del rettore Manfredi al mio intervento, il quale ha ritenuto opportuno rievocare il principio di uguaglianza sostanziale: “La sfida più difficile che ci poniamo è quella di equilibrare quantità e qualità. Basta con questa convinzione che la sinistra sia l’estenuante tentativo di rendere tutti uguali, quello lo facevano i regimi totalitari. La sinistra è la volontà di dare a tutti pari opportunità di partenza.”