La data delle elezioni europee si avvicina e il ruolo delle donne in questa tornata elettorale sembra essere centrale più che mai. Ha fatto discutere abbastanza la decisione di Renzi di mettere a capolista per il PD tutte donne.La discussione interna riguarda l’aspetto solo simbolico della candidatura a capolista, poiché non dobbiamo dimenticare che si voterà con la preferenza.
Mettere simbolicamente in alto il nome di una giovane donna per ogni circoscrizione ha sacrificato altri simboli, come la candidatura di David Sassoli per la lista del Centro, o quella di Emiliano per quella del Sud.
Una scelta simbolica che riguarda il genere femminile che potrebbe essere un indizio di come il nuovo segretario nonché Presidente del Consiglio voglia che diventi il Partito Democratico. La scelta di capolista donne potrebbe essere inteso come un riconoscimento verso la figura delle donne nel nostro Paese, riconoscimento che arriva da un segretario giovane che, quindi, fa parte di quella generazione di uomini che meglio conosce la fatica fatta dalle donne perché con loro l’hanno condivisa, perché le hanno aiutate a cambiare i pannolini dei figli. Una scelta simbolica che per l’universo femminile potrebbe segnare la discontinuità con la vecchia era Berlusconi.
Non è infatti un caso che la concezione delle donne che è dilagata in Italia negli anni del berlusconismo sia assolutamente in contrapposizione con quella proposta da Renzi.
Berlusconi è anagraficamente ancorato ad un passato che accomunava le donne ai motori, ci ha abituati a una figura di premier che amava circondarsi da un harem di donne carine e accondiscendenti che, come ricompensa, avevano diritto alla condivisione di una piccola fetta di potere. Sono certo questi solo i primi passi verso una concretezza delle pari opportunità che vada oltre i proclami e le azioni simboliche ma sono pur sempre dei passi.
La presenza di donne in lista, anzi, al capolista, come pure le norme di voto che sono mirate a garantire un’alternanza di genere, in caso di tre preferenze almeno una dovrà essere di sesso diverso dalle alte due, dovrebbe essere trasversalmente salutato con piacere.
Invece Beppe Grillo dal suo blog critica in maniera abbastanza volgare e sessista la scelta del PD. Sul suo Blog, infatti, compare una foto che ritrae quattro capolista in abiti succinti. “Quattro veline e un Gabibbo” tuona Grillo, dimenticando che per ritrarre le donne del PD in abiti succinti ha dovuto fare un fotomontaggio mentre per la sua candidata di Macerata, Marina Pallotto, già ribattezzata la maestrina sexy, fino a ieri bastava andare sulla sua pagina in un sito per modelle, ora rimossa, o su tanti giornali che hanno riportato la notizia della candidatura nel M5S dell’aspirante Jennifer Lopez italiana, come lei stessa si definisce.
Non compare nel fotomontaggio grillino la quinta capolista, Caterina Chinnici, figlia del magistrato vittima della mafia Rocco Chinnici, che è dunque “discriminata nella discriminazione”. Le capolista donna infatti non son quattro ma cinque e questo Grillo sembra averlo dimenticato o forse, più semplicemente, non gli conviene farlo notare.