Milena Miranda, avvocato di professione, punta al Parlamento Europeo animata da quella che è una vocazione prima che un programma politico, impegnarsi e lavorare per i diritti dei cittadini al fine di ottenere una maggiore dignità umana e sociale.
Avvocato Miranda, questa è la sua prima campagna elettorale. Come sta vivendo quest’ esperienza?
«Sì, questa per me è la prima campagna elettorale personale. Sto vivendo questa esperienza con grande entusiasmo e passione perché è la mia nota caratteristica. Nel momento in cui decido di fare una cosa, ritengo di dovermi impegnare fino in fondo. Ho voluto proporre la mia candidatura, che peraltro è stata chiesta dalla direzione nazionale, non semplicemente per portare una testimonianza ma proprio per cercare di spingere prima di tutto le persone a votare perché, soprattutto per le elezioni europee, c’è un grande disamore. E poi, per portare gli elettori a votare Partito Democratico »
Cosa pensa del PD?
«Sono iscritta al Partito Democratico dallo scorso anno. Precedentemente ho votato Partito Comunista, DS, quindi posso dire di aver sempre sostenuto e lavorato per il PD anche se la mia iscrizione formale risale a non molto tempo fa. La ricchezza del partito è la sua eterogeneità, nel senso che è composto da varie anime, alcune conservatrici, altre progressiste o riformiste; esiste una leadership ma non è vincolante. All’ interno di tutte queste anime, io mi riconosco principalmente nel progetto di Matteo Renzi. Mi considero l’ unica vera renziana della prima ora all’ interno della lista Sud del PD».
Si parla tanto dei famigerati 60 anni di pace garantiti dall’ Unione Europea ma è evidente che, alla luce della crisi economica acuita anche dalle politiche di austerity, si senta il bisogno di riforme. Nel caso di un successo elettorale, cosa intende proporre per l’ Europa?
«Senza un sistema legislativo unico, le riforme non riusciranno mai ad avere un peso determinante nella politica dei singoli stati. E proprio per dare peso alle riforme, è fondamentale l’ indirizzo politico che verrà adottato con l’ elezione del Presidente. Matteo Renzi, poco più di due mesi fa, dopo quasi vent’ anni che ci si ragionava sopra, ha concretizzato l’ adesione del PD al PSE. Questa decisione ha un valore enorme in quanto i parlamentari europei in tutto sono 751 e la spinta che dà il PD, entrando a fare parte dei Socialisti Europei, sarà fondamentale per l’ indirizzo politico di tutta l’ Europa. Ovviamente, c’è tanto da cambiare in Europa e il motto ‘cambia verso’ che stiamo già attuando per quanto riguarda la politica nazionale, può funzionare anche a livello europeo».
Lei è particolarmente sensibile a tematiche come i diritti umani, il lavoro femminile e giovanile. In che modo è possibile risollevare le sorti di coloro che vivono in condizioni tanto difficili e precarie?
«C’è bisogno di una maggiore sinergia. Una proposta del nostro segretario è creare delle Commissioni interparlamentari tra i parlamentari europei e quelli dei singoli stati membri. Questa non è cosa di poco conto perché con queste elezioni si decideranno le sorti del grande progetto di Altiero Spinelli. 60 anni di pace sono una conquista enorme ma bisogna rendersi conto che se l’ Europa non ritorna al progetto originario, ovvero una federazione di stati che si organizzano e lavorano insieme per sostenere i diritti dei cittadini di tutti i paesi membri, non avrà un significato vero e verrà sempre vista come un organo molto lontano dalla realtà, sconosciuto e inutile alle esigenze dei cittadini. Per quanto mi riguarda, per forma mentis e per la mia professione di avvocato, lotterò soprattutto per i diritti dei cittadini. Pochi giorni dopo le elezioni, il 28 maggio, riceveremo l’ ennesima multa per ingiusta detenzione. Abbiamo una situazione carceraria terribile. La sorte dei migranti, in parte risollevata grazie all’ operazione Mare Nostrum, operazione lodevole ma insufficiente, spesso viene lasciata alla singola determinazione e questo non va bene, ci vuole una determinazione di carattere europeo. Sono persone che fuggono dai loro paesi d’ origine spesso perché davvero non hanno altra possibilità e peraltro, siamo stati migranti anche noi. Relativamente al lavoro giovanile, esiste un progetto, Garanzia Giovani, che interesserà tutti i ragazzi dai 15 ai 29 anni che non hanno possibilità di accedere all’ Erasmus perché non hanno il titolo di studio richiesto».
Quindi l’ Europa dovrebbe trovare maggiore coesione e creare progetti applicabili nel concreto.
«Certo. Qualsiasi progetto deve essere studiato e costruito in modo tale da essere realizzato dal singolo stato membro – questa è la responsabilità dell’ Europa e anche di chi, in Europa, rappresenta l’ Italia. E poi dovremmo anche avere un’ amministrazione regionale che si prenda le proprie responsabilità perché è assolutamente indecente che i fondi europei che vengono erogati arrivino, stazionino, dormano, e poi non vengano spesi. In termini giuridici si parla di mala gestio, una gestione colpevole e non semplicemente di scarso spessore. Quindi le responsabilità ci sono da parte di tutti. Il meccanismo europeo deve cambiare. Nel momento in cui si avrà, come mi auguro, un indirizzo progressista, l’ Europa potrà effettivamente cambiare verso. Potremmo iniziare a realizzare, velocizzando e sburocratizzando, intendimenti che fanno già parte di trattati. Un trattato non può essere approvato in un anno e trovare applicazione dopo cinque, sette o più anni.
Dunque bisogna rendere più snelle le procedure per attuare riforme importanti.
«Sì. Attuare quella che è l’ idea renziana pura – agire velocemente e bene. Come disse Obama, ‘yes, we can’ (si può fare), bisogna solo volerlo».
Perché votare PD? Perché votare Milena Miranda?
«Votare PD perché oggi è l’ unico partito che può portare, soprattutto in Europa, l’ idea progressista e la spinta al fare e al far bene. Votare Milena Miranda perché non ha un passato politico ufficiale e in senso formale ma un passato politico vero e attivo. Sono impegnata da anni in comitati e associazioni e faccio politica sul territorio, seriamente. Sono una persona seria».