Spettacolo

Fabrizio De Andrè, Il prossimo 15 maggio esce “Crèuza De Mà” cantato in napoletano da diversi artisti Partenopei

Uno degli album più noti dell’artista Fabrizio De Andrè, Crêuza De Mä, verrà ripubblicato in lingua napoletana con la voce Teresa De SioFrancesco Di BellaGerardo BalestrieriEnzo Gragnaniello con Mimmo MaglionicoMaldestroNando CitarellaNuova Compagnia di Canto Popolare: Il disco chiamato Na strada ’mmiez ’o mare – Napoli per Fabrizio De André” sarà disponibile su Cd e in digitale dal 15 maggio 2024.

Il progetto discografico nasce in occasione di due concerti andati in scena nel cortile del Maschio Angioino il 14 e il 15 settembre del 2015. Nel corso dei due concerti al Maschio Angioino sono state registrate le sette tracce dal vivo che ora sono contenute nel disco. Di seguito la tracklist ufficiale del disco prodotto da Nota che verrà pubblicato anche in occasione del quarantennale della sua uscita discografica: 

1 – Teresa De Sio – ’Na strada ’mmiezz’o mare (Crêuza de mä)
2 – Francesco Di Bella – Jamina (Jamìn-a)
3 – Gerardo Balestrieri – Sidòne (Sidùn)
4 – Enzo Gragnaniello con Mimmo Maglionico – Sinan Capudan Pascià (Sinàn Capudàn Pascià)
5 – Maldestro – ’A pittima (Â pittima)
6 – Nando Citarella – ’A dummeneca (Â duménega)
7 – Fausta Vetere E Corrado Sfogli – Nccp – Da chella riva (D’ä mê riva)

 

Inoltre nel progetto sono stati coinvolti la Fondazione De André, la cui Presidente, Dori Ghezzi, si è resa disponibile quale consulente del progetto; il Club Tenco e il Comune di Napoli, che ha adottato il progetto con entusiasmo permettendone la messa in scena.  Annino La Posta, scrittore e giornalista musicale, parla così di questo progetto: <<Il passaggio da un dialetto all’altro è avvenuto senza intermediazioni, giacché la presenza del dialetto esclude quasi sempre quella della lingua madre. Nel dialetto si nasce. Del dialetto si è, volente o nolente, figli. L’italiano arriva dopo, quando per corrispondere con il mondo lo adattiamo alle nostre vite. Ma dentro l’italiano si nasconde sempre un accenno, una sfumatura, un fondo di dialetto che ci tiene legati alle nostre origini e non ci lascia andare mai completamente. Se l’italiano, dunque, ci serve per andare incontro al mondo, il dialetto ci permette di ritornare a casa>>. 

 

 

 

 

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