Da una settimana il social network Facebook ha bloccato agli australiani la condivisione di link e notizie, in risposta a un disegno di legge che vuole imporre alle piattaforme digitali di pagare per la condivisione di news.
Questo ha scatenato un duro conflitto tra la società di Mark Zuckerberg ed il governo australiano, in cui l’imprenditore statunitense è arrivato a minacciare di bloccare la condivisione di link e news per gli utenti e per le pagine in Australia.
Il motivo è chiaramente di stampo economico derivante dal fatto che in Australia, precisamente a Canberra, è stata approvata una modifica al Consumer Act 2010, che ha introdotto un nuovo regolamento costringendo i giganti del Web -tra cui Facebook- a pagare i contenuti degli editori che utilizza come notizie, approfondimenti, editoriali, etc.
Questo provvedimento non è piaciuto a Mark Zuckerberg che ha deciso di chiudere la porta in maniera abbastanza netta e interrompere la condivisione di notizie all’interno del social network per gli utenti localizzati in Australia.
In un post ufficiale nella newsroom di Facebook si legge che questa sia stata una scelta del tutto obbligata: «La proposta di legge australiana fondamentalmente fraintende la relazione tra la nostra piattaforma e gli editori che la utilizzano per condividere contenuti di notizie. Ci ha lasciato di fronte a una scelta netta: tentare di rispettare una legge che ignora la realtà di questa relazione o smettere di consentire la condivisione di notizie sui nostri servizi in Australia. Con il cuore pesante, scegliamo quest’ultima strada».
Secondo l’azienda di Zuckerberg la decisione del governo è pressoché assurda in quanto si tratta di un guadagno minimo sulle notizie che loro percepiscono, circa il 4% dei contenuti che le persone vedono nel loro feed.
La stessa regola ha colpito ovviamente anche Google, che però nel frattempo ha già chiuso un accordo con News Corp di Rupert Murdoch e i suoi giornali in Australia e non solo.
L’azienda statunitense di Mountain View, in California, ha trovato un’intesa con Murdoch che durerà tre anni in cui si impegnerà a pagare i contenuti giornalistici della sua News Corp a cominciare dall’Australia.
Il primo ministro australiano Scott Morrison, si è espresso sulla questione definendo il social network Facebook come “arrogante e deludente” e ha aggiunto che queste società pensano di essere grandi ed influenti fregandosene di rispettare le normative vigenti. Dovrebbero invece comportarsi come Google e riconoscere il lavoro degli editori prendendo accordi per valorizzarne i contenuti.
Stando alle ultime notizie pervenute stamattina però Facebook pare aver raggiunto un accordo con l’Australia: dopo il blocco ripristinerà i contenuti di attualità. Il ministro delle Finanze australiano Josh Frydenberg e l’amministratore delegato di Facebook Australia, Will Easton, hanno dichiarato di aver trovato un compromesso su uno dei punti chiave di questo testo a cui i giganti statunitensi del settore sono ferocemente contrari.
Il nuovo accordo prevede che Facebook riprenderà a fornire i contenuti di news e si impegnerà a sostenere gli editori da loro scelti. La questione australiana è stata ripresa anche in Europa, difatti è arrivata al Parlamento europeo una proposta derivante proprio dall’Australia che mira a emendare le nuove direttive sui servizi digitali per imporre ai colossi del tech di pagare per le news che sfruttano.
Mark Zuckerberg si trova nuovamente nel mirino: Facebook pagherà mai le news?