Economia e Welfare

Fase due: i primi a tornare a lavoro saranno gli uomini adulti

Non è una fase due per giovani e donne. Al lavoro il 4 maggio torneranno soprattutto uomini, con le donne ancora a casa a sobbarcarsi anche la gestione dei figli visto che la scuola non c’è e i giovani, in particolari quelli con lavori precari, ad attendere gli eventi. Queste affermazioni sono basate sui dati raccolti (e pubblicati su Lavoce.info) da Alessandra Casarico, professoressa di Scienza delle finanze all’Università Bocconi, e Salvatore Lattanzio che sta svolgendo un dottorato di ricerca in economia all’Università di Cambridge.

Hanno guardato quali sono le attività lavorative in partenza il 4 maggio. Sono manifattura, costruzioni e commercio all’ingrosso. I dati sugli occupati dicono che il 72 per cento dei lavoratori che tornano al lavoro lunedì sono uomini. «Per le attività che erano già aperte e per quelle che resteranno chiuse si osserva un sostanziale equilibrio tra uomini e donne, anche se in quelle chiuse la percentuale femminile è leggermente superiore».

Nel commercio al dettaglio, l’impiego è spesso femminile, ma non riaprirà prima del 18 maggio, ancora più lunga, fino a inizio giugno, l’attesa per ristoranti, bar e cura della persona. Senza data infine tutto il settore della cura dei bambini più piccoli, da asili nido, scuole materne fino ai campi estivi. Restano poi chiuse attività dove un lavoratore su tre ha meno di 30 anni e quasi due su tre hanno meno di 40 anni.

Già nelle settimane passate la sociologa Chiara Saraceno aveva fatto notare quanto il blocco delle attività lavorative potesse avere l’occupazione femminile come prima vittima. Non sembrano sufficienti, con le scuole chiuse, bonus babysitter o estensione del congedo parentale per evitare che le donne siano obbligate a restare a casa con i figli. Per i giovani pesa, nella possibile ripresa, la mancanza di ammortizzatori specifici per i lavori precari.

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