Ogni anno centinaia di migliaia di disperati, uomini, donne, bambini, solcano le acque del Mediterraneo alla ricerca di un briciolo del nostro benessere; presto saranno milioni ed a breve si conteranno a decine di milioni.
Un fiume umano che non si fermerà davanti a nessun ostacolo e che travolgerà la nostra civiltà.
Uno scenario da incubo che possiamo soltanto ritardare,
Come? Per qualche anno potremmo ancora arginare l’ondata migratoria pagando profumatamente i Paesi del nord Africa, Libia in primis, dotandoli di mezzi marittimi navali adeguati ed incaricandoli di ostacolare nel deserto le migrazioni verso il mare e di distruggere tutte le imbarcazioni clandestine.
Quando, dove? Sarà poi necessario allestire campi profughi, simili a lager, dove chi riesce lo stesso ad arrivare viene trattenuto fino a quando non accetta di tornare da dove è partito o quanto meno di essere ospitato in campi di accoglienza più confortevoli, che dovranno sorgere nei paesi rivieraschi, sempre a spese di noi europei.
Bisognerà dedicare a questa complessa operazione non meno dello 1% del pil europeo.
Viceversa se si volesse cercare di ostacolare il corso della storia, frenando alla base i fenomeni migratori, bisognerebbe, impegnando il 3 – 4 % del pil, scrivere in maniera diversa l’ultimo doloroso capitolo del colonialismo. L’Europa, dopo aver sfruttato le ricchezze dell’Africa, dovrebbe farsi promotrice di colossali opere di riqualificazione del territorio, portando l’acqua nel deserto e favorendo lo sviluppo dell’agricoltura e della piccola e media industria.
Non vi sono altre vie da percorrere ed a nulla valgono i velleitari appelli buonisti di papa Francesco, né i beceri proclami razzisti della Lega.