La kermesse cinematografica svedese quest’anno è molto esclusiva, per non dire proprio “in solitaria”: incominciata poche ore fa sull’isola di Hamneskar, ha un solo posto a sedere. Ed è occupato da un’infermiera scelta tra 12 mila candidati.
Il Göteborg Film Festival è una delle più importanti kermesse cinematografiche targate Svezia e quest’anno ha deciso di trasformare il proprio appuntamento annuale in una sorta di esperimento sociale.
Sulla piccola isola deserta di Hamneskar, l’edizione 2021 del festival è a dir poco esclusiva: può assistere alle proiezioni una sola persona. La vincitrice scelta tra 12mila candidati è un’infermiera che da poche ore (il festival è incominciato il 29 gennaio) sta assistendo in solitaria alle 60 proiezioni in programma. Starà sull’isolotto fino all’8 febbraio, data in cui si chiuderà l’evento.
Una manifestazione unica nel suo genere e anche unica proprio, nel senso letterale di “a posto unico”. Insomma, l’unicità è il fil rouge dell’edizione 2021 del Göteborg Film Festival. La location non è meno suggestiva della tipologia di esperimento psicologico-sociale: l’isola di Hamneskar è un piccolo atollo semi-deserto che ospita soltanto il faro di Pater Noster e un piccolo cottage. Uno scenario anch’esso molto cinematografico, perfetta ambientazione di un thriller psicologico.
A essere stata selezionata tra i tantissimi aspiranti è stata Lisa Enroth, una giovane infermiera di pronto soccorso reduce da un anno difficilissimo, ossia quello trascorso in corsia in piena emergenza Covid-19. Unica spettatrice, potrà gustarsi da un lato le 60 proiezioni di cui il festival cinematografico si compone e dall’altro cibo in abbondanza che l’organizzazione le ha fatto trovare sull’isola.
Non avrà né un telefono né un computer a disposizione, in maniera tale da sperimentare cosa significa essere davvero isolati dal mondo e “proiettati” solo su uno schermo. “È un’opportunità per me, come infermiera, quella di avere un po’ di tempo per riflettere e stare da sola“, ha dichiarato Lisa Enroth ad Associated Press prima di partire per l’isola.
Jonas Holmberg, direttore artistico di questo eccezionale 44° Göteborg Film Festival, ha espresso la speranza che l’esperienza sui generis possa essere un’occasione per riflettere su quanto la pandemia abbia inevitabilmente cambiato il nostro rapporto con il cinema. La kermesse di quest’anno non vedrà solamente Lisa Enroth come unica spettatrice sull’isola ma si comporrà anche di altre iniziative.
I vincitori di una speciale lotteria potranno accedere al Festival, avendo così a disposizione il cinema Draken (con 707 posti a sedere e un gala personalizzato) e lo stadio di hockey di Goteborg (12mila posti a sedere) ma si tratterà anche in questi casi di proiezioni per un solo spettatore. Tutti i film in cartellone sono disponibili online tramite un abbonamento che permette di accedere allo streaming.
Tra i titoli in programmazione del Göteborg Film Festival, c’è anche il documentario italiano Molecole, girato a Venezia da Andrea Segre durante il primo lockdown. Il regista nel febbraio 2020 si trovava a Venezia, città d’origine di suo padre Ulderico in cui aveva deciso di girare un docufilm da un lato e di lavorare su un’opera teatrale dall’altro, entrambi basati sui temi del turismo e del flagello dell’acqua alta. Tuttavia la pandemia improvvisa l’ha bloccato in Laguna, modificando sensibilmente i suoi piani di lavoro: il documentario è diventato così un ritratto di una Venezia spettrale, quella priva di turisti e deserta che il Covid-19 ha reso quasi irriconoscibile ma pure bellissima. La città incarna una sorta di figura materna e le fa da contraltare la vera figura paterna del regista, dominante e co-protagonista assieme alla Venezia narrata in maniera unica.