Francesco Fimmanò, ordinario all’Università del Molise e Direttore Scientifico Unipegaso, a 360 gradi per la trasmissione Dentro i Fatti, condotta da Samuele Ciambriello ogni lunedì su Radio Club 91. Il valore della cultura, Bagnoli commissariata e la strada da intraprendere per la riqualificazione della città di Napoli: queste ed altre le tematiche affrontate con il professore Fimmanò
Partiamo dal valore della cultura a Napoli. In questa città c’è gente che crede nella politica dei grandi eventi come veicolo per il turismo, Lei cosa ne pensa?
«Io credo che le politiche in generale debbano incanalare risorse reali. Talvolta si creano strumentalmente dei contenitori e tendenzialmente dei trend che non hanno i contenuti. I contenuti vengono prima. Napoli è una città straordinaria dal punto di vista creativo. In genere si dice che il napoletano è creativo. Tutto sommato si dice che il concetto di intelligenza è variegato e questa è una città dall’intelligenza creativa in cui le grandi risorse sono oggettive e vanno incanalate. E il ruolo dei grandi progetti dovrebbe essere proprio questo».
E per Bagnoli cosa sogna?
«Nel caso di Bagnoli bisognerebbe parlare di una rigenerazione urbana. Questa estate ho visto il caso Bilbao e sogno proprio un’operazione di questo tipo. Basta prendere una guida turistica, ad esempio la guida Touring, e accorgersi che negli anni novanta Bilabo era considerata una delle città più brutte della Spagna. Oggi la stessa guida attribuisce qualità turistiche straordinarie alla città Bilbao. Questo è un caso tecnicamente riuscito. Sono ottimista, vorrei che a Bagnoli accadesse esattamente la stessa cosa».
Bagnoli avrà tra qualche giorno un commissario, lì i colpevoli sono tanti. E’ giusto che venga un commissario?
«Ciò che è giusto o non è giusto non è compito mio affermarlo o valutarlo. Ritengo, da un punto di vista tecnico giuridico che la nostra forma scritta per Bagnoli abbia diverse criticità, ma non entro nel dibattito polemico tra l’intervento dello Stato e le esigenze del comune di Napoli. Dico solo che Bagnoli è fallita perché nessuno l’ha ricapitalizzata e che paradossale che una società venga dichiarata fallita su ricorso di un’altra società pubblica ed è anche paradossale che si discuta di livelli di competenze quando è oggettivo che da un lato occorrono grandi risorse, e dall’altro la programmazione del territorio non fa necessariamente il territorio».
Cosa serve alla città di Napoli per ripartire?
«Credo che adesso Napoli sia pronta a partire dal basso. Partiamo dalle nostre specifiche competenze. Questo deve essere lo slogan: Lavoriamo “per” e non “contro”».
A volte bisogna riappropriarsi della propria storia e dei propri rapporti, parlando dell’Università Pegaso, come ha conosciuto questo giovane manager, il presidente Danilo Iervolino?
«Tutte le persone più valide le ho incontrate per motivi professionali e all’epoca, quando conobbi Iervolino mi trovai davanti a una persona che mostrò le sue origini orgogliosamente napoletane e colsi subito questo merito, da “orgogliosamente napoletano”»