Sembra una dichiarazione di guerra quella del Governo, con tanto di minacce di tornare tutti in lockdown proprio a Natale. Ma rimane che le folle assembrate dello scorso weekend hanno dato un’immagine non dignitosa di un paese alle prese con una pandemia.
Errori da tutte le parti probabilmente, ma senza demonizzare nessuno, è chiaro che sia necessario evitare che per dieci giorni, di qui a Natale, succeda tutti i giorni, trovandoci davvero in a cominciare il 2021 con una terza ondata dalla gravità ancora maggiore rispetto alla seconda.
No, intollerabile. Ed è per questo che si sta discutendo su ritornare alle restrizioni pre Italia zona gialla. Soprattutto perché il prossimo fine settimana, viste le premesse, viene già definito da bollino rosso nelle vie dello shopping e nelle piazze della movida, ma soprattutto in stazioni e aeroporti.
La stima è che, da nord a sud, negli ultimi due giorni prima dello stop ai movimenti infraregionali, che scatta lunedì 21, si muoveranno decine di migliaia di italiani, tra lavoratori, studenti fuorisede e famiglie che non rinunciano a ritrovarsi, ma anche i tanti che si sposteranno nelle seconde case.
Sarà il Viminale a mettere in campo controlli imponenti per gestire l’esodo dalle città il prossimo weekend. Osservate speciali le stazioni di Milano centrale e Roma Termini.
L’autocertificazione non servirà, fino a domenica, per chi si sposta in altre regioni gialle. Sarà necessaria, invece, per chi si muove o è diretto verso le zone ancora arancioni, Val d’Aosta, provincia di Bolzano, Toscana, Abruzzo e Campania.
Almeno quindicimila gli uomini in campo, con servizi speciali della Polfer anche a bordo dei treni e della polizia stradale per i controlli su strade e autostrade dove già da venerdì è previsto l’esodo.
Per impedire, invece, gli assembramenti, i flussi per lo shopping verranno contingentati utilizzando checkpoint con transenne, conta-persone ai sensi unici pedonali e divieti di stazionamento.
Ma grande attenzione sarà riservata agli accessi a bar e ristoranti con servizi mirati, già prima del weekend, per garantire che colazioni, pranzi e aperitivi si svolgano nel pieno rispetto dei numeri di clienti previsti dal distanziamento. E soprattutto si concludano tassativamente entro le 18.