ultimissime

Fondazione Serics, 110mln di euro per sfida

11 atenei in tutta Italia e grandi aziende per 27 progetti

 

 

 

– Gli attacchi informatici sono sempre più rapidi – si verificano in pochi secondi, al massimo minuti – le reazioni per arginarli sono ancora troppo lente, solo il 5% degli attacchi viene identificato in ore, nel resto dei casi si parla di giorni se non di settimane. Gli attacchi da un lato sono sempre più numerosi e dall’altro sono anche sempre più gravi. Il rettore dell’Università degli Studi di Salerno, Vincenzo Loia, ne parla senza mezzi termini. E lo fa alla presentazione di quella che, per l’intero Paese, potrebbe rappresentare un “enorme balzo in avanti” nel settore della cybersicurezza. Nasce, infatti, oggi la Fondazione Serics (Security and Rights In the CyberSpace): vale a dire l’ateneo salernitano capofila di altre 10 università, grandi aziende in prima linea, 27 progetti e soprattutto 110 milioni di euro da investire nel settore.

Oggi la presentazione alla presenza del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e del governatore della Campania, Vincenzo De Luca tra gli altri.

“La cybersecurity è un effetto della digitalizzazione che come tutti sappiamo è velocissima – ha spiegato il rettore – due anni fa erano più di 40 miliardi i dispositivi interconnessi, ora la stima è stata abbondantemente superata, c’è una ulteriore amplificazione dei fenomeni di attacco da un lato più numerosi ma anche più gravi. Prima gli attacchi si verificano in periodo di settimane oggi l’80% degli attacchi si verifica in secondi e minuti. Sempre in secondi e minuti si verifica quella che viene chiamato la esfiltrazione, l’acquisizione di dati rubati e trasferiti ad altri siti. Prima c’era più tempo per accorgersene e cominciare a rimediare al problema, ora no”. Nel primo semestre di quest’anno, secondo Loia, gli “attacchi sono superiori rispetto all’anno precedente e il motivo non è solo la guerra in Ucraina visto che questo andamento di crescita si registra già negli ultimi 4-5 anni”. Il problema, spiega, “non è solo dell’Italia ma capita in tutta Europa”.

La fondazione cercherà di trovare soluzioni “alle criticità di oggi e a quelle di domani”. Fondi del Pnrr saranno utilizzati per 27 progetti che si svilupperanno in 10 spoke, strutture di ricerca che saranno distribuite su tutto il territorio nazionale. “Partiamo da una dotazione di 150 esperti, credo che nel giro di tre anni il numero verrà triplicato – conclude -, abbiamo la possibilità di avere 1000 esperti della cybersecurity e questo rappresenterà un enorme passo in avanti”. (ANSA).

Potrebbe piacerti...