La Fonderia delle Idee, l’iniziativa del Partito Democratico per cambiare il modo di fare politica, è stata un’occasione per politici e non, di confrontarsi su differenti temi riguardanti la Campania. E’voluto essere un luogo da cui far nascere proposte reali, che siano in grado d’iniziare quel cambiamento tanto atteso e sperato. E’questo l’obiettivo principale del“laboratorio politico” che vuole essere, appunto, la Fonderia delle Idee. Un nuovo modo di vivere la politica, dove tutti possono e devono partecipare. Da qui l’idea di dividere i lavori in vari tavoli, che trattassero differenti tematiche. Antonio Mattone, il portavoce della Comunità di Sant’Egidio, ha partecipato al tavolo, della Scuola, Welfare e Terzo settore. Mattone, personaggio di spicco nelle politiche sociali, è da sempre attivo a favore delle persone meno fortunate. Nel suo lungo intervento, durante l’assemblea plenaria, al termine delle riunioni ai tavoli, ha esposto quali sono per lui i punti, da cui si deve partire, per dare il via a quell’inversione di marcia, di cui Napoli e il territorio campano hanno bisogno.
«Sono davvero contento di essere in questo luogo, un luogo dove il mio bisnonno lavorava all’Ilva di Bagnoli e dove viveva, credo che mai avrebbe immaginato che potesse ridursi così in questo stato. Qui ieri si diceva che Napoli deve cambiare, ma come può cambiare questa città, è una città ridotta male, le strade sono scassate gli edifici sgretolati. Ma soprattutto il tessuto unitivo, che per tanti anni ha visto fondere la vita dei suoi abitanti, è venuto meno e oggi la gente è sola, è sola rispetto al problema del lavoro, io tra l’altro collaboro con le diocesi, dove viene tanta gente che ha perso lavoro, gente che non sa come pagare le bollette, che non sa come mangiare, che va alle mense. C’era un’anziana che diceva di non sapere se comprarsi le medicine o comprarsi da mangiare.
E’allucinante che la situazione del porto di Napoli sia ancora in stallo con la nomina non ancora effettuata dell’autorità portuale per anni, è l’azienda più grande della Campania, potrebbe essere il polare di un rilancio di uno sviluppo economico, invece, perde fondi europei, parte dei quindici miliardi non spesi erano destinati anche al porto. Questa è la fonderia delle idee, la mia proposta è dare un compenso commisurato al raggiungimento di obiettivi per la futura autorità portuale di Napoli, sia per rispetto allo Stato sia per rispetto alla comunità. Parliamo anche di altro, Napoli è la città dei bambini, la Campania è la regione più giovane e bisogna far crescere questa nuova generazione con degli ideali, c’è bisogno di maestri come Maddoloni, che è intervenuto ieri, bisogna mettere a disposizione l’enorme patrimonio artistico culturale di questa città, a questi bambini e ragazzi bisogna darli l’infinità di risorse che la città possiede. Napoli ha tanto, ad esempio l’Osservatorio astronomico, ha tante bellezze che potrebbero essere messe a disposizione dei bambini e dei giovani di questa città. Io con la Comunità di Sant’Egidio vado nel carcere di Poggioreale ogni settimana, va osservato che il rapporto tra devianza e basso tasso d’istruzione scolastica, è qualcosa d’impressionante, a Poggioreale ci sono tanti giovani senza istruzione, quindi, questo è un investimento necessario.
Ancora, i bambini rom, con la Comunità di Sant’Egidio abbiamo creato un progetto, per dare cinquanta euro al mese ad ogni famiglia che s’impegna a far andare i bambini a scuola con frequenza regolare, a non farli mendicare e a fare dei corsi di recupero nel pomeriggio. Perché crediamo che dobbiamo partire dai bambini e quindi dalla scuola. Infine, Napoli è una città giovane, ma nel 2050 sarà la Regione più vecchia d’Italia, quindi bisogna porsi il problema di come curare e sostenere gli anziani. Abbiamo sperimentato dei modelli innovativi di assistenza domiciliare, accompagnata a un monitoraggio attivo degli anziani, questo oltre a essere più economico, permetterà di non far succedere più tragedie, come quella della signora anziana trovata morta dopo un mese.
Io penso che le cose da fare siano tante, si può cambiare Napoli, il problema però, è volerlo».