Il 3 ottobre, giorno in cui si ricorda la morte di San Francesco (avvenuta nel 1226), Papa Francesco si è recato in visita nella città di Assisi per firmare la sua terza enciclica “Fratelli tutti”, che trae ispirazione proprio da un documento francescano e la cui firma è stata suggellata simbolicamente sulla tomba del santo. L’enciclica è stata redatta in lingua spagnola e il pontefice ha manifestato i suoi più sentiti ringraziamenti per chi si è occupato di tutte le traduzioni, poiché in questo modo si permette una facile diffusione dei suoi messaggi.
Il Papa, dopo Lumen fidei e Laudato si’, riprende il tema della fratellanza umana, a lui molto caro, proprio durante la sua prima uscita dal Vaticano dall’inizio della pandemia. Il tema acquista una particolare rilevanza proprio in questo periodo, in cui l’altro è spesso visto come un pericolo, qualcuno di cui non fidarsi, e le distanze fisiche acuiscono le distanze anche mentali e dello spirito.
Un periodo in cui i cittadini sono chiamati ad accogliere ed essere fratelli, nonostante le paure che ciò può comportare, un tempo in cui si avverte la necessità di coraggio e determinazione da parte delle forze politiche in campo, che sempre meno si dimostrano in grado di fare scelte fraternamente umane.