A Napoli si avvicinano le prossime elezioni comunali. Nel maggio 2016, infatti, si voterà per decidere chi sarà il prossimo sindaco del capoluogo campano. Per ora ci sono solo due candidati sicuri: l’attuale primo cittadino, Luigi De Magistris e l’imprenditore, Gianni Lettieri. Il Partito Democratico, invece, non “ha sciolto la prognosi”, ancora non si sa se ci saranno le Primarie o se si preferirà candidare un unico nome che metta d’accordo tutti. Intanto Fulvio Frezza, il vicepresidente del Consiglio Comunale, sebbene sappia che sia improbabile, auspica a un’unica coalizione che racchiuda tutte le forze di centro-sinistra, accusando intanto il candidato Lettieri di aver svolto un’opposizione lontana dai banchi del consiglio e più attenta ai riflettori mediatici.
L’intervista a Fulvio Frezza, Vicepresidente del Consiglio Comunale di Napoli.
Negli ultimi tempi si discute molto del problema sicurezza a Napoli, quale dovrebbe essere secondo lei il punto di partenza per risolvere una situazione così difficile?
«Bisogna cercare il modo migliore per mettere insieme le risorse e soprattutto le conoscenze delle diverse forze dell’ordine. La criminalità è un problema di competenza più delle forze dell’ordine che dei vigili urbani. I vigili urbani collaborano per delle attività attinenti al ripristino della legalità, con interventi ormai quotidiani, come il controllo dell’abuso dell’alcol, di cui io sono stato un promotore. Troppi esercenti danno alcol ai minori, senza alcun controllo. I vigili collaborano anche nel sequestro delle merci contraffatte e nella lotta ai parcheggiatori abusivi, questo è un tipo d’attività che non può molto per quanto riguarda microcriminalità e delinquenza. Bisogna, dunque mettere assieme una task force significativa, che unisca più forze dell’ordine, per aumentare il controllo».
Quindi l’amministrazione comunale sola non riesce a garantire questa sicurezza?
«Controllo e vigilanza di questi fenomeni non sono competenza dei vigili urbani, serve un’attività capillare che unisca più forze dell’ordine, per esercitare il controllo necessario».
Tra un poco ci troveremo in pieno clima elettorale, secondo lei come si stanno delineando le prossime comunali?
«Il mio sogno è che si formi una coalizione tra il PD, che non riesce a trovare un nome e in questi quattro anni non ha costruito un programma non trovando punti d’incontro con l’amministrazione e magari lo stesso sindaco, creando così un’unica coalizione di centrosinistra».
Chi metterebbe a capo di questa coalizione?
«Anche l’attuale sindaco che ha ottenuto diversi risultati nel suo mandato, tra tutti gli alti e bassi e gli errori che lui stesso riconosce, si evincono segnali di ripresa».
Nel PD sembra che ancora non si sia deciso se fare o meno le Primarie, una coalizione con De Magistris, però, pare molto difficile, cosa ne pensa?
«Lo so. Il PD, a parer mio, ha la responsabilità di non aver voluto programmare sia dal punto di vista amministrativo che politico, un percorso d’identificazione di una persona. Bastava costruire già due, tre anni fa un progetto attorno a una persona. Nel caso di Bassolino, che indubbiamente ha fatto la storia della città ed è stato un buon sindaco, ripiegare su una persona che ha già fatto un percorso, ricco di soddisfazioni e momenti difficili, da l’idea dello spaesamento e dell’impossibilità che il PD sta avendo a risolvere i conflitti interni».
Gianni Lettieri o con il centro destra o solo è sicuro uno dei candidati alle prossime Comunali, lei come commenta questa candidatura?
«Lui ha assunto la veste di antagonista metaforico, a distanza. A parer mio il luogo in cui si deve fare la vera opposizione e discutere dei problemi della città, è l’aula consigliare. Su 120 consigli elettorali, Lettieri è venuto sei-sette volte, ha letto un foglietto e se n’è andato, questo non vuol dire fare opposizione. Fare un’opposizione prettamente mediatica e non nella realtà, tra i banchi delle commissioni, dove io so che ha partecipato 1-2 volte, quando se ne fanno 5 a settimana, non è il modo migliore. Il leader dell’opposizione è chi è presente in Consiglio Comunale, come Vincenzo Moretto che per ogni Consiglio parla per due ore. Per lui venire in Consiglio è una perdita di tempo, ma non va bene se vuoi candidarti sindaco o essere consigliere comunale. Quest’opposizione è solo scenica e mediatica».