La Cina e l’Italia si stringono la mano. “Ci auguriamo che il G7 possa svolgere un ruolo costruttivo e favorire un clima positivo” Xi Jinping si rivolge verso Paolo Gentiloni che ha appena finito di parlare, il Presidente enuncia di rigettare il protezionismo, come lo chiamano qui in Cina, rispondendo per le rime all’America First, la promessa di Donald Trump di mettere gli interessi dell’America davanti a tutto e a tutti. “Dobbiamo migliorare il coordinamento delle nostre politiche” dice il nuovo Mao invitando il mondo a farlo ovviamente sotto la sua egida e i 124 miliardi di dollari in più che ieri ha scommesso su questa iniziativa ormai da mille miliardi di dollari.Gentiloni riprende appunto il filo del discorso, condivide l’invito di Xi a dare “maggiore efficacia ai processi di governance della globalizzazione” e rilancia parlando a sua volta di “connettività”: auspicando l’ importante sinergia tra i progetti asiatici e quelli europei”. Connettività tra Europa e Asia, connettività su questa Belt and Road, la Cintura e la Strada che è “una sfida per l’Europa” e potrà avere successo se riusciremo davvero a ridurre le barriere commerciali. Connettività vuol dire ovviamente anche infrastrutture e qui l’Italia vuole giocarsela ancora la partita dove finora a segno sono andati i greci, felici di essersi fatti comprare il Pireo dai cinesi miliardari. È una vita che si parla di allungare la via della seta marittima facendola passare per i porti d’Italia e oggi il premier sottolinea davanti alla platea degli oltre cento paesi della Belt and Road “il ruolo privilegiato del Mediterraneo” e “il grande potenziale italiano su porti e logistica”. Adesso , dalla connettività virtuale a quella di porti e infrastrutture, non resta che passare dalle parole ai fatti: in palio ci sono mille miliardi di dollari e l’Italia, nella globalizzazione alla cinese, “è disposta a fare la sua parte” insiste il presidente del consiglio.