Cultura

George Clooney, “Trump e Ivanka appartengono alla pattumiera della storia”

I vip di Hollywood scendono in campo dopo l’assalto al Campidoglio di Washington.

NEW YORK – Secondo l’attore statunitense, Trump appartiene alla “pattumiera della storia”. Uno dei divi più impegnati politicamente a Hollywood, nonché Messaggero di Pace dell’Onu, l’attore e regista di “The Midnight Sky” si è unito ad altre voci appartenenti al mondo del cinema che hanno condannato le drammatiche scene dell’occupazione del Campidoglio di Washington.

Parole dure, senza sconti. Soprattutto perché la posizione di Clooney è sempre stata chiara durante la presidenza di Trump e ora, dopo quanto accaduto a Capitol Hill durante la violenta insurrezione dei manifestanti pro-Trump, parla chiaro. L’attore quale regista, produttore e imprenditore cinematografico ha parlato durante un podcast, accumulando nella condanna l’intera famiglia “presidenziale”, intanto che The Business e l’Hollywood Reporter riprendessero il tutto: “Devastanti”, così ha definito le immagini di Washington.

Ma Clooney, come anticipato, non è stato l’unico a scendere in piazza: Mark Ruffalo, divenuto noto grazie a svariate interpretazioni come Zodiac di David Fincher e Shutter Island di Martin Scorsese, ha invocato il 25/o emandamento che consente al Cabinet di rimuovere un presidente incapacitato o uscito di senno per affermare che “se fossimo stati noi al loro posto sarebbero scorsi fiumi di sangue”, mentre Shonda Rhimes, creatrice di “Bridgerton”, e Michael Moore (“Fahrenheit 911”), hanno parlato apertamente di “un colpo di stato”.

Nel frattempo, James Mangold, regista di “The Wolverine” e “Walk the Line”, ha esplicitamente chiesto un boicottaggio totale della Fox, chiedendo ai colleghi di cancellare interviste e di fare il possibile perché i loro film e le loro serie non appaiano sulla rete amica di Donald Trump mentre Sacha Baron Cohen ha implorato Facebook, Twitter, YouTube e Google di censurare il presidente per aver incitato un attacco violento alla democrazia”.

 

A cura di Martina Garzia

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