La Giornata Mondiale senza tabacco, che si celebra il 31 maggio, è un momento di sensibilizzazione il cui scopo è promuovere la lotta al fumo di sigaretta. Gli studi hanno ormai dimostrato che il tabagismo è pericoloso per la salute del fumatore, per quella delle persone che si trovano a respirare il fumo delle sigarette altrui e, in ultima istanza, anche per il pianeta Terra: le sostanze contenute nel mozzicone, secondo alcuni recenti studi, sono annoverabili fra gli inquinanti primari delle acque. Una ragione in più, se ce ne fosse bisogno, per liberarsi di uno dei vizi più nocivi che si possano contrarre. E un aiuto può venire anche da un gesto semplice come bere un bicchiere d’acqua.
La Giornata senza tabacco è stata indetta per la prima volta dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità il 7 aprile 1988, e da allora è stata accolta con crescente interesse da parte di governi, organizzazioni sanitarie e opinione pubblica. L’invito rivolto ogni anno all’opinione pubblica è astenersi per 24 ore dal fumo di sigaretta, con l’invito a smettere in via definitiva. Secondo dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, il tabacco è responsabile nel mondo della morte di 7 milioni di persone (6 milioni a causa del consumo diretto, gli altri per esposizione al fumo passivo), un numero di vittime maggiore di quelle provocate da alcol, AIDS, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme. In Italia si stima che le vittime riconducibili al fumo vadano da 70.000 a 83.000 ogni anno, un quarto delle quali di età compresa tra i 35 e i 65 anni. Secondo i dati ISTAT del 2017, i fumatori in Italia sono 10,4 milioni, quasi il 20 per cento della popolazione oltre i 14 anni di età. Il fumo, che fino a qualche tempo fa era un’abitudine tipicamente maschile, sta conquistando quote crescenti di donne, soprattutto il giovane età: un milione in più solo nel 2017 secondo uno studio dell’Istituto nazionale dei tumori.
Come dichiara l’Osservatorio Antifumo dell’Istituto Superiore di Sanità, l’edizione 2020 della Giornata senza tabacco punta soprattutto a focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle strategie di marketing messe in atto per attirare i giovani verso il tabacco, aprendo nuovi mercati e coinvolgendo fasce diverse di consumatori rispetto al tradizionale pubblico adulto. La campagna della Giornata Mondiale si propone dunque di sfatare alcuni falsi miti e far emergere il concetto di manipolazione, in particolare attraverso la pubblicità di nuovi aromi e nuovi prodotti; rendere i giovani più consapevoli delle tecniche di marketing utilizzate per predisporli nei confronti del consumo; coinvolgere gli influencer (nella cultura pop, sui social media, a casa o a scuola) nella difesa dei giovani e favorire il cambiamento. Nel mirino della campagna c’è ad esempio la tendenza all’uso di aromi come la ciliegia, la gomma da masticare e lo zucchero filato, sapori che possono spingere a sottovalutare i rischi per la salute.
Come ricorda la Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro, il fumo di sigaretta è uno dei maggiori fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo del cancro. La mole di studi che lo dimostra è imponente, come è ormai un dato scientifico che il fumo aumenta il rischio di infarto e di enfisema, oltre a peggiorare molti aspetti della vita quotidiana dei fumatori.
Smettere di fumare, purtroppo non è semplice: oltre ad armarsi di una robusta dose di buona volontà, ci si può servire di percorsi mirati offerti dai centri antifumo, oppure di trattamenti sostitutivi a base di cerotti, gomme da masticare e altri prodotti a base di nicotina, o anche di farmaci ad hoc. Un aiuto in più, alla portata di tutti, viene anche da un’abbondante idratazione: bere acqua ogni volta in cui si avverte il desiderio di fumare, oltre a sostituire psicologicamente il gesto di accendere la sigaretta, aiuta a reprimere l’impulso, allevia la secchezza della gola e accelera la disintossicazione dalla nicotina e l’eliminazione del muco dai polmoni. L’acqua gassata, inoltre, contribuisce a ridurre l’appetito, che spesso si accompagna all’astinenza dal fumo.
Chi riesce a liberarsi del vizio è premiato con una serie importante di benefici, alcuni dei quali immediati, altri osservabili a distanza di tempo: ad esempio, a soli 20 minuti dall’ultima sigaretta la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca si normalizzano; dopo 12 ore i livelli di monossido di carbonio nel sangue calano e quelli di ossigeno si regolarizzano: dopo 24 ore i polmoni cominciano a ripulirsi dal muco e dai depositi lasciati dal fumo. L’organismo impiega due giorni a liberarsi della nicotina e dopo tre si comincia a respirare meglio e a recuperare energia. Dopo 1 anno il rischio cardiovascolare si dimezza rispetto a quello dei fumatori, mentre occorrono 15 anni per abbattere il rischio di tumore del polmone, tornando alla pari (o quasi) con chi non ha mai fumato.
Le sigarette fanno male non solo a chi le fuma, attivamente o passivamente, ma anche al Pianeta. Come rivela uno studio della ricercatrice Jessica Moerman, intitolato “Not Just an Eyesore: Analysis of Metals Leached from Smoked Cigarette Litter”, il filtro delle sigarette, il cosiddetto “mozzicone”, nuoce fortemente all’ambiente: i metalli pesanti, alcuni dei quali sono contenuti nelle cicche di sigarette, tra cui cadmio, cromo, piombo, stronzio, titanio, manganese e bario, sono fra gli inquinanti primari delle acque potabili. Ogni volta che un mozzicone viene gettato ed entra in contatto con l’acqua, libera nell’ambiente tutte le sostanze tossiche che racchiude.