Campania e “Terra dei Fuochi” sono ancora al centro di tante polemiche. Se da un lato c’è chi sponsorizza i prodotti agricoli delle terre partenopee, casertane e non solo, dall’altro, gli abitanti e le associazioni presenti su quei territori denunciano una scarsa informazione volta a minimizzare la grave situazione che insiste ormai da anni.
Ad affrontare il delicato argomento, attraverso le domande del Direttore Samuele Ciambriello, è l’Onorevole Giovanna Palma, deputato del Partito Democratico.
Onorevole Palma, si parla da tanto delle Primarie all’interno del Partito Democratico, ma sembra che ne siate spaventati. Come mai?
Assolutamente non lo siamo.
Ci dica, allora, si terranno il primo febbraio?
Non abbiamo ancora deciso. La maggioranza del partito non è d’accordo, o forse non si rivede nei due attuali candidati presidenti. Credo sia questa la verità.
Territorialità, scelte radicali. Chi vuole posti “riservati”, senza però avere consenso, può guidare la politica?
Alle volte può anche essere vero il contrario. Non è sempre necessario avere il consenso. Alcune preferenze, soprattutto al sud, non si sono dimostrate scelte corrette.
Lei è molto impegnata sui temi che riguardano l’agricoltura. È vero che c’è grande disinformazione nazionale circa la “Terra dei Fuochi” e, ancor più, nei confronti dell’intera regione Campania?
Si, esattamente. Ho trovato vergognosi gli avvenimenti recenti a danno del nostro territorio. Adesso, però, stiamo riemergendo, ci saranno grandi novità per l’intero settore. Io ad esempio ho presentato una risoluzione in Commissione Agricoltura dove ho chiesto che le certificazioni avvengano in campo pieno, cioè presso l’azienda, e non più sui bancali di vendita. Ritengo sia un’occasione importante per garantire i nostri prodotti. Anche perché i nostri prodotti sono sempre stati garantiti ma, come dicevamo, in merito c’è grande disinformazione, è mancata una corretta comunicazione. Il consumatore ha bisogno di vedere il bollino, assicurarsi che quel prodotto sia sano. Solo così potrà riconquistare quella fiducia che è venuta meno in questi anni.
Onorevole, l’Expo 2015 sarà una vetrina importante per la Campania e per il suo rilancio?
L’Expo è una straordinaria occasione, ma da solo non basta. Non bisogna dimenticare quello che è il problema attuale della Campania: tornare a valorizzare il frutto delle nostre terre. Abbiamo prodotti di eccellenza unica, tipica delle nostre zone. Siamo i primi produttori di fragole a livello nazionale, le nostre pietanze sono sulle tavole dell’intero stivale e non solo. Dobbiamo, lo ripeto, migliorare nella comunicazione. La giunta Caldoro, in Regione, ha speso tanto, forse troppo in termini strettamente economici, per questo fine, ma ben venga se ciò dovesse servire a far capire al consumatore l’assoluta qualità dei nostri prodotti. Ci tengo a sottolineare che solo l’1% della regione Campania ha subito il danno di cui tutti parlano e che ci ha fatto “guadagnare” l’appellativo di “Terra dei Fuochi”.
Spero che presto tornino a chiamarci “Campania Felix”, come ai tempi degli antichi romani.