La fiction Gomorra è partita ufficialmente lo scorso 17 novembre e come ogni stagione si porta con sé critiche positive e negative. Anche per quest’anno si è confermato un format seguito da numerosi italiani, soprattutto è una serie che trova molti riscontri tra i più giovani. Quest’ultima fascia è propria quella più soggetta a facili emulazioni e che più si lascia suggestionare. Inerente alla questione il procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli, capo della Dda di Napoli, durante ad un convegno svolto a Bologna sulla tematica “Come le mafie persuadono i giovani” ha risposto ad alcune domande degli studenti, tra di queste vi era una incentrata su Gomorra.
“La rappresentazione del crimine organizzato che viene data in ‘Gomorra’ è una rappresentazione folcloristica. Gomorra è sufficiente a spiegare il fenomeno o è una rappresentazione tranquillizzante che limita la nostra percezione del fenomeno mafioso? La camorra è solamente traffico di droga, omicidi ed estorsioni o invece quelle rappresentate sono le azioni di una camorra passata che in realtà si evolve e che non vuole essere vista e nemmeno raccontata? La camorra dovrebbe essere rappresentata per quello che è: ha fatto un salto profondo rispetto a dieci anni fa, non c’è più un rapporto di contiguità con la parte politica dell’amministrazione, oggi esprime propri rappresentanti in regioni, province e comuni. Fornire quel tipo di rappresentazione ha in sé l’elemento della pericolosità di distogliere da questa nuova configurazione della camorra”.