“Mediazione penale e Mediazione minorile“: è questo il titolo del convegno promosso dal Garante dei detenuti della Campania, Samuele Ciambriello, organizzato per il 4 aprile, dalle ore 9, nella Sala auditorium dell’Isola C3 del Centro direzionale di Napoli.
Due tavole rotonde che affronteranno il tema della giustizia riparativa da diverse angolazioni, lanciando uno sguardo al futuro della mediazione penale nel processo giudiziario. Ad aprire i lavori sarà Ciambriello, che presiederà la prima sessione di interventi. Dopo i saluti di Bruna Fiola, presidente della VI Commissione (Istruzione, Ricerca scientifica e Politiche sociali) del Consiglio regionale della Campania, si confronteranno sul tema, nella prima parte, Manuela Siniscalco, docente di Diritto di famiglia e minorile dell’Università Suor Orsola Benincasa, Giuseppe Centomani, dirigente Centro di giustizia minorile della Campania, Maria Cristina Ciambrone, presidente dell’Associazione italiana Mediatori penali e Demetrio Calveri, avvocato della Camera di Mediazione nazionale.
Un taglio più pratico, con anche testimonianze dirette di chi giornalmente veste i panni di mediatore, sarà quello dei relatori della seconda tavola rotonda, presieduta dal presidente dell’Ordine degli assistenti sociali della Campania, Gilda Panico. A questa prenderanno parte Carmela Grimaldi, assistente sociale, mediatore penale e referente AIRAC Campania, Patrizia Sannino, criminologa e referente Ai.Me.Pe Campania, Maria Guidone, avvocato e referente Associazione Tarita APS.
Nel corso dell’incontro verranno presentati due corsi di formazione per mediatori penali e mediatori penali minorili. Questi, patrocinati dal Garante dei detenuti della Campania, saranno erogati dall’Associazione Italiana Mediatori penali e dall’Associazione Italiana Risoluzione Alternativa Conflitti. «Oggi – afferma il Garante campano – non si può non tenere conto di un modello di giustizia diverso da quello punitivo. La giustizia riparativa potrebbe essere un buon rimedio ad inadeguatezze e limiti della giustizia tradizionale. La mediazione penale, e accanto ad essa altre forme di giustizia riparativa, può costituire uno strumento non per negare il conflitto, se pur impegnativo e doloroso, ma per affrontarlo in prima persona con coloro che sono coinvolti» (ANSA)