Di Afghanistan, se ne può parlare nei libri, e se ne può parlare facendo comparire persino la voce dell’esplosione che ha lacerato i corpi dei soldati. Si tratta dello scrittore di Harry Parker con il suo “Anatomia di un soldato” , romanzo autobiografico, il sui protagonista è il capitano Tom Barnes, che spiega con queste parole: “Non è questione di coraggio. Ho solo pestato il pezzo di terra sbagliato”. quello che gli è accaduto in Afghanistan quando un drammatico giorno, durante un’operazione, è saltato su un ordigno perdendo entrambe le gambe. Un giorno drammatico. Quel giorno drammatico, Harry Parker, un ufficiale dell’esercito inglese, impiegato prima in Iraq nel 2007 e poi in Afghanistan, nel 2009, lo ha vissuto davvero. Tutto il dolore, inzuppato in un libro bellissimo, doloroso come un pugno dritto allo stomaco, crudo ma ricco di verità, ricolmo di tanta speranza. Una storia raccontata in modo originale dagli oggetti che sono stati testimoni di quanto accaduto: dal laccio emostatico che venne applicato al capitano per stabilizzarlo dopo l’incidente al suo zaino, dai suoi anfibi alla borsa della madre che lo ha assistito in ospedale, dalla sega che gli ha amputato la gamba, alla sua protesi. Gli oggetti raccontano ciò che hanno vissuto, e lo fanno attraverso gli occhi dell’autore. “Sono esistita una frazione di secondo. Ho attraversato la roccia, il fango, la polvere, l’aria, la suola di una scarpa. Ho attraversato un uomo. Sono passata con violenza attraverso tutte queste cose, ripiegandole su sé stesse con la forza d’urto e la pressione e facendole saltare in aria con me”. Così l’ordigno esploso racconta ciò che ha provocato, trapassando un uomo, la sua vita, tutto quello che aveva passato e che lo rendevano umano, lo rendevano di sangue. Il protagonista, che incarna nel contempo l’autore, ricorda lo scoppio, il dolore, la solitudine dell’elicottero, quando era a pezzi in ospedale, invaso da farmaci e tubi e quando gli hanno detto che gli avevano dovuto amputare la seconda gamba. Ci sono dei momenti in cui ha rimpianto che lo abbiano portato in salvo. Come quando ha partecipato ad una parata militare assieme ad altri soldati feriti. Un soldato sbilenco dalla deflagrazione, perchè la guerra è guerra smembra le persone che la combattono, nessuno ne esce completamente illeso. Ci sono tante guerre che si combattono nel mondo, dall’ Afghanistan, la Libia fino agli scontri politici, alle guerre personali dove gli ordigni siamo noi. In tutti i casi, nessuno ne esce illeso, la nostra anatomia si squarcia, trafitta dal dolore.