Brutte notizie per gli italiani che nel weekend del 24 novembre volevano cimentarsi nel primo shopping pre-natilizio online, in vista del Black Friday. La parola “black” cade davvero a pennello, sarà in tutti i sensi un venerdì nero, a causa dello sciopero indetto dai dipendenti Amazon Italia che chiedono un miglior trattamento economico.
Da qualche anno, anche il nostro paese ha deciso di partecipare a queste giornate di sconti, una trovata Americana che risale negli anni ’60, il giorno seguente al “Ringraziamento” (la festa che si celebra il quarto giovedì di novembre negli Usa e in Canada) in cui i negozianti americani propongono sconti speciali per la fine della stagione autunnale per dare il via alle spese natalizie. Gli italiani come non potevano partecipare ? “Tutti pazzi per lo shopping” si diceva, ma si sa di questi tempi potremmo aggiungere “si ma se ci sono i saldi”.
Ed è in questo scenario che i sindacali territoriali del comparto terziario e del commercio di Piacenza (sede del magazzino Amazon), Cgil, Cisl, Uil e Ugl, che hanno conserto le braccia il giorno dei super sconti. Lo sciopero inizierà il mattino di venerdì fino al turno mattutino del 25 novembre, in questo frammento i clienti potrebbero trovare disagi nella ricezione dei pacchi acquistati sul sito.
“Non c’è stata da parte di Amazon Italia – denunciano i sindacati – alcuna apertura concreta all’aumento delle retribuzioni o della contrattazione del premio aziendale, considerando anche la crescita enorme di questi anni. I ritmi lavorativi non conoscono discontinuità, le produttività richieste sono altissime e il sacrificio richiesto non trova incremento retributivo oltre i minimi contrattuali”.
In merito Amazon Italia controbatte : “I salari dei dipendenti di Amazon sono i più alti del settore della logistica e sono inclusi benefit come gli sconti per gli acquisti su Amazon.it, l’assicurazione sanitaria privata e assistenza medica privata”.
L’obiettivo non è creare un danno economico all’azienda, ma solo un disagio che inevitabilmente subirà anche il cliente, proprio per accendere l’attenzione sulle richieste dei lavoratori.
Sui livelli retributivi Amazon applica un giusto riconoscimento contrattuale ma che non mostra però alcuna apertura concreta per migliorare la retribuzione o la contrattazione di un premio aziendale. Ma uno dei problemi su cui premono i sindacati riguarda il rispetto dell’equilibrio tra vita e lavoro e la tutela della salute.
Francesca Benedetti sindacalista della CISL denuncia: “I livelli di efficienza che richiede Amazon non sono richiesti da nessun’altra azienda, ci risulta che non vengano denunciate le malattie professionali dai medici competenti aziendali. Non abbiamo dati ufficiali perché le denunce, non capiamo ancora per quale motivo, non vengono fatte nemmeno quando è evidente che il problema fisco, ad esempio i polsi infiammati per la movimentazione di migliaia di pacchi, è da attribuire all’attività lavorativa. Non abbiamo i dati, ma i dati sono le persone che vengono a parlare con noi”.
Si evidenzia una realtà davvero sconfortante per chi lavora con Amazon, condizioni sgradevoli a cui devono stare i dipendenti, ritmi insopportabili e crescite professionali assenti, c’è lavoro ma non c’è futuro. Di fronte a questa situazione come si comporterà l’azienda? I risultati, purtroppo, li evinceremo solamente più avanti.
Martina Fiorentino