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I favoritismi al Policlinico di Roma e la potenza dei social

Dopo il caso della lettera inviata al Ministro Franceschini dal musicista  Michele Spellucci, balza agli onori della cronaca un altro messaggio affidato alle pagine di Facebook e che ha raggiunto un elevato numero di condivisioni, circa 5500.

E` la lettera di una studentessa di infermieristica indirizzata al professor Violi, primario del reparto di Medicina Interna del Policlinico Umberto I di Roma presso cui Roberta Cristofani, l’aspirante infermiera, ha svolto attività di tirocinio.

«Una sera, verso le 20, ho notato una certa agitazione da parte del personale.» Scrive la studentessa, che continua poi nel suo racconto: « Due pazienti, senza ricevere alcuna spiegazione, sono stati spostati in stanze in cui erano presenti già altri quattro letti, mentre quella in cui si trovavano loro è rimasta vuota. Lo stato di agitazione continuava: apriamo le finestre, spruzziamo un deodorante, il nuovo letto deve essere perfetto. IL nuovo letto. Uno solo. Io non ho molta esperienza, per questo mi è sembrato naturale chiedere lumi. «Domani arriva il senatore. Deve stare in una stanza singola, disposizioni del primario». Di primo acchito, non ho capito molto di ciò che mi era stato comunicato. Perché mai il senatore dovrebbe stare in una stanza singola? Con la penuria di letti che abbiamo, tra l’altro? E perché avremmo dovuto scomodare altri due pazienti per permettere a una persona di stare in una stanza singola? Riesce minimamente a percepire la mia incredulità?»

La denuncia della studentessa continua: «Caro professore, le scrivo per dirle che mi sento profondamente offesa.Dal momento in cui varca la soglia del reparto, il paziente per me è semplicemente una persona, ovviamente con pari dignità e diritti rispetto a tutte le altre. Cosa mi importa che nella vita faccia lo spazzino, il salumiere, l’insegnante o il senatore? Mi trovo di fronte, sempre e comunque, una PERSONA: spesso spaventata, con mille dubbi e incertezze, turbata, fuori dall’ambiente rassicurante della sua casa. E non è forse questo uno dei doveri dell’infermiere? Far sì che la persona che entra in reparto si senta accolta, rassicurata, ascoltata, al di là di chi è, cosa fa di mestiere o del suo status sociale?Può anche solo lontanamente immaginare l’umiliazione che ho provato nel comunicare ai due pazienti che occupavano la stanza sgomberata per far posto al senatore che avrebbero dovuto spostarsi? “Voi siete malati di serie B, dovete far spazio al malato di serie A.”»

La lettera racconta anche che la tirocinante ha potuto notare «che al paziente venivano concesse visite a qualsiasi ora, nonché qualsiasi tipo di trattamento di favore». E si conclude con «La prego, con tutto il cuore, di non lasciarmi con la sensazione amara che “tutti i pazienti sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.”»

I commenti degli altri utenti sono tutti di stima verso la studentessa che viene definita “coraggiosa”, “grande”, “fantastica”. La lettera, che non rivela l’identità del politico, è stata, su stessa ammissione della giovane, inviata anche a diversi giornali, rimbalzando così dai social alla stampa ufficiale. Tra l’altro, il “Giornale.it”,  interessatosi della vicenda, pare sia riuscito ad individuare in  Antonio De Poli, Senatore in carica dell’UDC, il politico oggetto delle attenzioni speciali.

Leggiamo nell’articolo pubblicato on line che il collaboratore del Senatore avrebbe però solo dato conferma del ricovero presso il Policlinico (per un malore poi subito risolto) nel mese di giugno, quindi nello stesso periodo in cui si sarebbero svolti i fatti raccontati da Roberta Cristofani.

Sempre nello stesso articolo possiamo leggere la risposta del Policlinico sulla vicenda: «Non capiamo quale possa essere stato il privilegio accordato al senatore – scrive la direzione dell’Umberto I – La struttura ospedaliera deve farsi carico e garantire la privacy e sicurezza di tutti i pazienti ricoverati. In particolari casi è necessaria una attenzione e precauzioni per motivazioni assistenziali. Nessun favoritismo, ma il medesimo trattamento anche quando trattasi di personaggi pubblici incaricati di particolari funzioni, che scelgono di farsi curare presso il policlinico. Nessun disagio è stato causato ad alcuno, se non il pretesto di una incomprensibile strumentalizzazione, e l’Azienda tutelerà la propria immagine in tutte le sedi, non esclusa quella giudiziaria».

Se per la studentessa agli attestati di stima on line si aggiungeranno grane legali è ancora da capire.

Queste vicenda conferma ancora una volta la potenza dei social network nella diffusione delle notizie e nella possibilità per persone comuni di dare risonanza alla propria voce, facendo balzare le proprie ragioni e le proprie proteste agli onori della cronaca oltre che alle dovute destinazioni.

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