Nella mattinata di oggi il Garante dei detenuti per la città di Napoli Pietro Ioia e il Garante per la regione Campania dei diritti dei detenuti Samuele Ciambriello si sono recati presso l’istituto penitenziario di Secondigliano “P. Mandato” a Napoli in seguito alla diffusione della notizia di un presunto caso di Coronavirus all’interno della struttura. Il detenuto, un uomo di mezza età, ha accusato nella giornata di domenica brividi e febbre, sintomi che hanno portato la direzione sanitaria a disporre l’isolamento precauzionale per il soggetto interessato e per il suo compagno di cella. Nella mattinata di oggii il detenuto e il suo compagno sono stati sottoposti dagli operatori dell’ASL distretto 28 al tampone, i cui risultati saranno noti entro 48 ore.
I due garanti si uniscono nel biasimare quella parte della stampa locale che nei giorni scorsi ha fomentato la paura comunicando informazioni assolutamente false a proposito della situazione sanitaria all’interno della struttura carceraria. Da quanto emerso dal colloquio avuto con le due vice direttrici, le dottoresse Nannola e Masi, da Secondigliano (carcere che conta al momento circa 1200 reclusi) sono usciti 160 detenuti semiliberi, ai quali è stata concessa licenza fino a maggio. Con rammarico i garanti riportano che solo poche decine di detenuti avranno la possibilità di beneficiare della detenzione domiciliare prevista dal decreto legge “Cura Italia”, misura evidentemente insufficiente ai fini della riduzione del sovraffollamento in questo periodo di emergenza sanitaria.
È di fondamentale importanza – affermano i garanti – comunicare all’esterno che gli operatori tutti, e in maniera particolare la direttrice dott.ssa Giulia Russo, sono impegnati in maniera continuativa per implementare i protocolli ASL e per monitorare al meglio la situazione. Anche a Secondigliano è stata allestita una tenda dedicata alle operazioni di triage per i nuovi giunti e la direzione ha provveduto a riconvertire il padiglione dei detenuti semiliberi (i quali al momento si trovano presso le proprie abitazioni) in padiglione covid-19 per ospitare eventuali futuri casi di contagio accertati. L’istituto ha poi avviato un virtuoso progetto sartoriale volto alla produzione di mascherine in tessuto destinate in questa prima fase agli operatori nonché ai detenuti lavoranti.
Le delegazioni incontrate erano dei reparti Ligure, Ionio, Tirreno, Adriatico mediterraneo ed Infermeria del carcere. All’uscita hanno poi ascoltato una delegazione di familiari