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I geologi italiani a Bruxelles per l’apertura delle frontiere

«Stiamo andando verso la tessera professionale riconosciuta in tutte le Nazioni, non solo europee.  Oggi i geologi italiani contano di più in Europa e non solo». Lo ha annunciato Domenico Calcaterra, consigliere nazionale dei Geologi e segretario generale della Federazione Europea dei Geologi. I geologi italiani dunque mettono piede a Bruxelles, «ed è proprio a Bruxelles che si stanno per prendere decisioni importanti e approvando norme fondamentali come la Direttiva europea sulle acque – ha proseguito Calcaterra –  e noi ci saremo. E’ già realtà il titolo di eurogeologo, risultato conseguito dall’attuale Consiglio Nazionale con il quale i geologi italiani possono lavorare in Australia, Canada, Stati Uniti e Sud Africa e presso tutti i Paesi membri della Federazione Europea dei Geologi, ma vogliamo ottenere l’apertura di tutte le frontiere».  L’obiettivo dell’attuale Consiglio Nazionale dei Geologi, fortemente rappresentato nella Federazione Europea dei Geologi è quello di arrivare alla tessera professionale con l’apertura completa delle frontiere.  Per la prima volta dopo 30 anni registriamo risultati importanti  per  i geologi italiani.  «Oggi all’estero vogliono geologi italiani. Parlare di Europa  – ha concluso Calcaterra –  soprattutto in un momento di sofferenza per la nostra categoria, significa aprire nuove prospettive occupazionali. Alla luce di tutto ciò è essenziale un’azione di coordinamento internazionale per guidare anche e soprattutto i giovani geologi italiani verso  scelte importanti  finalizzate all’entrata  nel mercato del lavoro».

E’ bene ricordare infatti che a causa della riforma Gelmini in Italia sopravvivono solo otto dipartimenti di Scienze della terra su 34 con una duplice implicazione: nel Paese del dissesto idrogeologico e del rischio sismico e vulcanico andiamo incontro alla riduzione degli spazi di formazione e occupazione dei geologi, e allo stesso tempo rischiamo di dover importare in futuro queste professionalità. Attualmente tuttavia i geologi, soprattutto italiani, sono molto richiesti in Kurdistan dove per il solo 2015 verranno appaltati ben 450 MLN di Euro di lavori, per la Metropolitana e tante altre opere importanti come  il sistema di irrigazione dei campi. In Kurdistan la figura professionale del geologo è ritenuta fondamentale nella filiera di progettazione. «In Italia la situazione del mercato del lavoro, in particolare dell’edilizia, è grave – ha  dichiarato Francesco Peduto, presidente dell’Ordine dei Geologi della Campania –  dunque bisogna aprire anche altre prospettive. In 30 anni solo con l’attuale Consiglio Nazionale si stanno ottenendo risultati significativi, importanti per i geologi. In Europa siamo 30.000 di cui 15.000 sono geologi italiani cioè ben il 50% della categoria».

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